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A Sarenco è dedicata la mostra di tele, sculture e installazioni, allestite nei locali della banca Fideuram a Palazzo Partanna. L’artista, nato nel 1945 e scomparso nel 2017, al secolo Isaia Mabellini, è conosciuto per il suo ruolo chiave nella Poesia Visiva ma anche come performer e regista e, cone le sue opere, ha partecipato a manifestazioni come Documenta V di Kassel nel 1972 e la Biennale di Venezia nel 1986.
Palazzo Partanna, edificio monumentale che ospita gallerie e associazioni che nutrono la vita culturale della città, ingloba appieno le opere degli artisti invitati a omaggiarlo: Giovanni Fontana, Julien Blaine, Jean-François Bory, Michele Ciardiello e 8ki. Nei lavori esposti, realizzati dagli anni ’60 a oggi, ci sono tracce della ricerca sui legami tra mondo verbale e visivo: oltre a frammenti con la calligrafia di Sarenco, anche collage fotografici e maschere. Più accattivanti sono le piccole sculture esposte, ospitate in quelli che sembrano essere contenitori in legno richiudibili. Nonostante il filo conduttore della mostra, ben curata da Franco Riccardo, sia la contaminazione tra i linguaggi sotto l’ombra di Sarenco, l’intreccio che vorrebbe porsi tra i diversi mondi del linguaggio verbale e visivo risulta essere troppo debole per fare sì che non si finisca per catalogarli mentalmente in base alla loro “origine”. In occasione dell’inaugurazione della mostra, protagonista è stato Fontana che, con la performance Poetry is a Gun, ha recitato alcuni testi scritti per Sarenco nel 2015, prima davanti all’atrio colmo di persone e poi sulla terrazza dell’edificio.
La celebrazione continuerà anche dopo la chiusura della mostra, con il catalogo, edito da EffeErre Edizioni, con testi di Gabriele Frasca e Simona Zamparelli, sarà disponibile da gennaio 2019. (Ambra Benvenuto)