28 maggio 2012

fino al 4.VI.2012 Maxime Rossi Parigi, Palais de Tokyo

 
Tra provocazione e curiosità, fa scalpore il ready-made silenzioso ed impalpabile di Maxime Rossi. E tra gli spettatori ci sono anche quelli che si indignano -

di

Mynah Dilemma, ovvero la scultura musicale di Maxime Rossi (Parigi, 1980), vede in una serra, a mo’ di igloo, il suo corpo centrale con all’interno un merlo indiano in gabbia conosciuto per avere una voce molto simile a quella dell’uomo e per la capacità di riprodurre fedelmente i suoni circostanti. L’installazione, curata da Marc Bembekoff, vede sulle pareti quattro opere che riproducono composizioni di Chopin: esacerbando l’immagine romantica del celebre pianista, queste sono maculate da gocce multicolori (le stesse che ritroviamo su una serie di fogli che ricoprono interamente la sala); infine, Soft Soto, un copripiumino stampato ispirato ad uno schizzo mai utilizzato di Jesús Rafael Soto, noto rappresentante dell’arte cinetica. La singolarità del modus operandi è la matrice comune ai suoi lavori. Difatti le opere sono state realizzate nel cimitero di Père Lachaise, sulla tomba di Chopin accarezzata dai rami di un salice al quale l’artista ha legato pennarelli colorati lasciando al vento e alla stagione il resto. Maxime Rossi ha impiegato diversi mesi, tra il 2010 e il 2011, per ultimare l’opera che lui ha definito frutto di un anno silenzioso: «Questo lavoro è nato spontaneamente, senza progettualità, ma dalla voglia di cambiamento. Senza voler essere un’esperienza scientifica, durante un anno ho cercato d’insegnare il silenzio al mio merlo indiano, Pepsi. Senza mai rivolgergli la parola, chiuso nel mio studio quasi vuoto, questo ha riprodotto in tutto ventisette suoni domestici che vanno dalla porta che cigola, all’acqua che scorre nelle tubature, al cane che abbaia, al vicino che sposta un mobile, ad un semplice starnuto o al mio computer in standby, mentre parallelamente registravo le sue reazioni. 

Veduta dell'installazione di Maxime Rossi. Foto: Aurélien Mole


Questi suoni hanno per me lo stesso senso e valore di un’opera, ma si riallacciano anche alla poesia lettrista, fatta altresì di suoni onomatopeici. Il risultato l’ho impresso su un vinile, che ho presentato, al posto dell’attuale merlo, durante le 30 ore non-stop dell’anteprima dell’inaugurazione del Palais de Tokyo, il tutto era accompagnato dal mimo Ivan Bacciocchi che interpretava i suoni in questione. Il titolo? S’ispira ad un episodio dei fumetti di Superman in cui Clark Kent cerca di azzittire il suo merlo indiano». Un lavoro sulla scia di 4’33 di John Cage e certamente di Robert Rauschenberg, tra movimento Fluxus e umorismo, clin d’œil a Il pappagallo di Kounellis e al valore di libertà. Difficile etichettare Maxime Rossi, eppure lo si può considerare concettuale per la sua solerzia, e al contempo sobrietà, nello spendersi fisicamente nella creazione. E poiché interviene sul soggetto-oggetto dell’opera senza deformarlo ma anzi conferendogli significati aggiunti, cambia le regole e per questo provoca, indigna il visitatore, spingendolo a violare il diktat imposto dall’artista e cioè quel muro del silenzio imposto al merlo ma che lo spettatore è libero di infrangere perché la porta della serra è semiaperta. Ma il visitatore saprà oltrepassare la soglia per interpretare e stravolgere l’opera? La natura diventa oggetto che esegue l’opera per l’artista, ma non più ispiratrice, come per romantici rappresentati qui da Chopin, ma asservita, trasfigurata. I diversi piani di lettura dell’opera esplorano il rapporto tra uomo e natura, ma anche dell’uomo con se stesso immerso in un silenzio composto da suoni afoni, parte oramai di una banale routine.

livia de leoni
mostra visitata il 25 aprile 2012 
dal 20 aprile al 4 giugno 2012 
Maxime Rossi – Mynah Dilemma
Palais de Tokyo
13 Avenue du Président Wilson (75116) Parigi
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18
Info: 0181973588 – info@palaisdetokyo.com – www.palaisdetokyo.com

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