02 dicembre 2011

fino al 1.I.2012 Gastone Novelli Venezia, Collezione Peggy Guggenheim

 
In Novelli ormai le parole non sono più semplici frammenti di una composizione pittorica dal significato oscuro e rappreso, ma veri lacerti di poesia inseriti nello spazio e nel con-testo visuale. La scrittura, da idea immateriale si forma e si trasforma per definirsi in gesto poetico e anche...

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La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia  ospita la terza edizione di “Temi&Variazioni. Scrittura e spazio. Gastone Novelli e Venezia”, formula espositiva già ampiamente collaudata ideata da Luca Massimo Barbero nel 2002, curatore attento e rigoroso al nuovo che propone  il confronto di diversi Capolavori appartenenti alle avanguardie del primo Novecento facenti parte della Collezione Peggy Guggenheim con altrettanti opere del secondo dopoguerra, più contemporanee, che si confrontano tematicamente  fino a darci lo spaccato e i confini della recente ricerca  contemporanea. Di fatto, è una mostra che cerca di far interagire per “accostamenti imprevedibili” le opere tra loro. In alcune sale, l’impressione è quella che i lavori più recenti costituiscano il punto di partenza  e non di arrivo di un percorso a ritroso nella storia dell’arte. Troviamo la conferma di una vitalità dei linguaggi, del continuo richiamarsi dei temi e delle variazioni attraverso riferimenti e insolite corrispondenze. Insomma, un nuovo modo di presentare e far conoscere l’arte moderna, attraverso  un confronto più diretto con le opere scelte al fine di prendere atto dei veri motivi  e capire l’evoluzione di temi e segni nelle nuove forme espressive proposte. Partendo dal confronto tra le avanguardie storiche che hanno segnato gli inizi del XX secolo e che contraddistinguono  in modo efficace la Collezione veneziana di Peggy, quali Cubismo e Futurismo, la mostra   prende spunto dall’analisi del tema della scrittura: la scrittura come segno, linguaggio e pittura. Quindi, non una semplice raccolta di opere esposte occasionalmente,   ma una nuova e intelligente proposta di  lettura  a tema dell’opera d’arte. Praticamente il percorso della mostra si articola  attraverso l’ordinato succedersi di otto sale del museo, ognuna di esse con una tematica ben precisa. Il percorso inizia con la sala dedicata alla  lettera scritta, la parola, la lettera  incollata su  supporto  o   semplicemente scritta  come faceva Vincenzo Agnetti. Partendo dalle avanguardie storiche quali Cubismo e Futurismo, si procede  attraverso  l’indagine del  tema della scrittura come linguaggio, dai  collage e dagli scritti di Pablo Picasso e di Carlo Carrà futurista procedendo  verso le proposte  tipografiche dei più contemporanei  come  Lawrence Weiner. 

Continua  il percorso con  le composizioni di  Piet Mondrian, i lavori  elastici di Gianni Colombo e  le soluzioni di spazio totale di Mario Nigro, per poi  proseguire con  la scrittura informale  di Jackson Pollock. Le opere di Dadamaino  entrano  magicamente in contatto  con il mondo di  Bice Lazzari come il  leone  creato da  Mirko  Basaldella colloquia orgoglioso con lo scimpanzé creato da Francis Bacon fino a trovare Luigi Ontani, Rufino Tamayo,  il percettivo François Morellet,  Lucio Fontana e tanti altri artisti presenti. Nelle ultime sale, il visitatore si trova ad avere acquisito gli elementi essenziali  e la  metodologia per poter comprendere  appieno le  opere di questo particolare percorso espositivo.
La conclusione, si fa per dire, di questo viaggio a tema  nel segno e nella scrittura  ci  invita a entrare in contatto e conoscere un po’ meglio  Gastone Novelli (1925-1968), uno dei protagonisti assoluti  dell’arte italiana tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, che  ha operato una profonda riflessione dei rapporti esistenti tra scrittura e pittura.   In tale quadro storico  si deve  collocare la personale dal titolo “Gastone Novelli e Venezia”,  come una matrioska russa, una mostra dentro  la mostra, una sorta di strana scatola cinese che permette di indagare la particolare visione di questo  importante artista veneto  che ricercava  nel segno lo strumento  e una nuova possibile forma comunicativa. In tutto  sono presenti 28 opere. La mostra è stata possibile grazie alla collaborazione con l’Archivio Gastone Novelli di Roma,  che ha permesso allo  studioso Luca Massimo Barbero di ricostruisce il rapporto fecondo che legò l’artista a Venezia. Infatti, il percorso  propone una serie di opere inedite, mai esposte prima, affiancate dai preziosi taccuini degli anni ’60, alcuni dei quali dedicati alla città o creati nello studio veneziano. Proprio nel  1968 vede Novelli protagonista  a Venezia della grande polemica e lotta contro la Biennale, che porta l’artista a voltare verso il muro in segno di protesta alcune opere con cui partecipò quell’anno alla rassegna e oggi pagina  emblematica  e gesto significativo  di una  vicenda  travagliata ormai  storicizzata. La parola  in  Novelli  è il  mezzo  prioritario per comunicare  le idee-segno che invadono lo spazio e  si trasformano in colori e immagini in continua tensione poetica.  Gastone Novelli è  anche lo scrittore-pittore che con i suoi segni sottolinea i rapporti fecondi con l’informale e la nuova  ricerca della poesia visiva  nata proprio in quegli anni.  Novelli, artista dal linguaggio apparentemente semplice e nel contempo complesso visse a Venezia gran parte della sua vita e le  opere qui esposte, ancora una volta, vogliono “mettere in luce”  la relazione profonda che intercorre con la città lagunare. La scrittura, che da idea immateriale si trasforma e si definisce impulsivamente in  gesto poetico, lettera, parola, simbolo e anche  luce; proprio quella luce che dalla sua finestra dello studio lagunare  arrivava a inondare le  tele dell’artista  fino  a materializzarsi in ossessiva  e sfuggente presenza. Insomma,  l’arte intesa come linguaggio, creazione di un nuovo  e possibile alfabeto. Sovrapponendo alla pittura la scrittura,  le parole  si riducono a  frammenti d’immagine  occupando  gran parte della superficie, di conseguenza lo spazio della tela   appare come un  frammento di muro, come  una sorta di memoria sedimentata.  Alla base di ciò  vi è  l’esigenza  prioritaria di adoperare il  linguaggio verbale  e altresì,  di dare ascolto alla poesia, alla letteratura e  alla  frequentazione  assidua degli scrittori e dei poeti d’avanguardia,  che poi, a breve, daranno vita  al Gruppo 63. 

Ormai le parole non sono  più semplici frammenti di una composizione pittorica dal significato oscuro e rappreso, ma veri  lacerti  di poesia  inseriti nello spazio  e nel con-testo  visuale.  È questo  il fine ultimo  che Gastone Novelli  ricerca  in tutto l’ arco della seppur  breve ma intensa  stagione artistica.   Gli strumenti operativi  sono quelli della pittura  attraverso la  de-contestualizzazione  dei segni linguistici e il loro diverso adattamento e utilizzazione. Non a caso,  l’amico Cesare Vivaldi scriverà: “La prospettiva non è più l’astratto-concreto, non è più l’informel non è più nemmeno l’action painting. L’uomo sta faticosamente recuperando quanto di sé ha potuto salvare da innumerevoli naufragi. Memorie, coscienze, sogni…”. La sua avventura artistica, di certo, si rivelerà essenziale per gran parte dei giovani poeti che approderanno a breve ad una “weltanchauung” del tutto nuova; la conclusione di  questo viaggio non poteva essere altrimenti  per un pittore  divenuto poeta, che  di colpo  sceglie  di adoperare la poesia utilizzando la parola  per  condividere   ancora   il linguaggio   creativo della pittura.
 
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sandro bongiani
mostra  visitata il 23 novembre  2011

dal 14 ottobre 2011 al primo gennaio 2012
Temi & Variazioni – Gastone Novelli
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Dorsoduro 701 (30123) – Venezia
+39 0412405411 , +39 0415206885 (fax)
orario: 10-18 tutti i giorni.  Chiuso il martedì e il 25,  26 dicembre
Aperto martedì 1 nov, 27 dic.
info@guggenheim-venice.it
www.guggenheim-venice.it 

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