03 giugno 2013

Fino al 5.VIII.2013 Mike Kelley Parigi, Centre Pompidou

 
Glorificare la cultura popolare per distruggerla e far rinascere dalle sue ceneri un'arte rigenerata che vada oltre le norme e i sistemi di autorità, ovvero Mike Kelley in una prima retrospettiva parigina -

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Performance e collaborazioni, sono le due linee guida su cui si apre la retrospettiva di Mike Kelley (Stati Uniti, 1954-2012), curata da Sophie Duplaix, presente con un centinaio di opere realizzate tra il 1974 e il 2011 al Centre Pompidou fino al 5 agosto. Perno della mostra The Poetics Project (1977-1997), un’installazione di Mike Kelley e Tony Oursler acquisita dal Mnam di Parigi dopo essere stata presentata nel ’97 al Documenta X. Un’opera formidabile in cui si celebra il punk e si riabilitano storie cosiddette minori, riallacciandosi quindi al gruppo punk rock “The Poetics” che Kelley e Oursler hanno fondato nel 1977. L’opera si dispiega in un unico spazio per renderci un universo caotico, inquietante e ricco di umorismo, in cui ci si smarrisce tra cacofonie e colori: una denuncia alla suddivisione dei generi. 
Mike Kelley Kandor 15- 2007 Mike Kelley Foundation for the Arts credit photographique - Fredrik Nilsen Courtesy of Mike Kelley Foundation for the Arts ©Estate of Mike Kelley All rights reserved
Con quattordici pitture, tre sculture, undici proiettori e video, sei altoparlanti e un cd audio, si riescono comunque a seguire le tante interviste, tra cui a Laurie Anderson, a David Byrne e ad Alan Vega, e anche The Pole Dance con Anita Pace che ha realizzato la coreografia, come per altri lavori di Kelley. In The Poetics Project ritroviamo rappresentate tematiche inviolabili, vedi Immaculate Conception (1997), tra grafica e video, in cui un uomo nudo sofferente viene proiettato nel ventre di una silhouette di donna disegnata su un pannello, mentre poco più in là Pulpit show (1991), con Santa Klaus e Gesù Cristo ritratti attraverso un gioco di contorni, che rimandano ad una immagine televisiva con annesso un audio, che divulga discorsi antifemministi. Per Kelley l’arte è un’area intrigante in cui è consentito ogni tipo di alterazione possibile, in questo senso il suo lavoro gode di una libertà assoluta che l’artista esprime con attacchi alla glorificazione degli atteggiamenti sociali riguardanti la famiglia, la religione, la sessualità, l’istruzione ed in particolare l’educazione artistica. Quest’ultima diventa qui il titolo di una sezione in cui presenta, tra l’altro, Day in Done, serie di fiction create con immagini di attività extrascolastiche, critica ai rituali competitivi in ambito scolastico, ma anche Educational Complex (1995), un grande modellino totalmente bianco che mostra, senza un preciso ordine cronologico, i diversi istituti scolastici frequentati da Kelley, presentando diversi vuoti strutturali che l’artista non ha voluto colmare, palesando la sua incapacità di ricordare, mettendo così a nudo i suoi traumi senza pertanto esplicitarli con immagini e forme. La mostra, da poco chiusa ad Amsterdam, è stata organizzata col Museo Stedelijk e la Fondazione Mike Kelley per le arti, sarà ospite al PS1 di New York e al MoCa di Los Angeles. 
Livia De Leoni
Mostra visitata il 6 maggio
dal 2 maggio al 5 agosto 2013
Mike Kelley
Centre Pompidou di Parigi
Orari: dalle 11,00 alle 21,00 tutti i giorni tranne il martedì

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