01 agosto 2013

Fino al 2.IX.2013 Simon Hantaï Parigi, Centre Pompidou

 
Figura rinomata dell'Astrattismo, Simon Hantaï torna dopo trentacinque anni con una retrospettiva che riunisce 130 dipinti creati dal 1949 al 1990. Cinque anni dopo la morte dell'artista il Centro Pompidou allestisce una mostra senza precedenti -

di

L’opera del maestro del pliage è finalmente di scena dopo anni di assenza. Simon Hantaï, per il quale la tela era materia malleabile perché sottomessa all’arte complessa e variegata della piegatura, sorprende ancora oggi per la sua forte carica espressiva e i suoi tortuosi percorsi dell’anima. 
Le tredici sezioni della mostra presentano sin dall’inizio l’interesse dell’artista, classe 1922, ungherese naturalizzato francese, verso tecniche diverse come collage, raschiature su tela ed il pliage per il quale è rinomato, queste vanno dal periodo surrealista alle Mariales (1960-1962), ai Blancs (1973-1974), alle Tabulas (1973-1974), alle Laissées (1981-1995) per passare attraverso due opere maestre quali Écriture Rose e À Galla Placidia (1958-1959), entrambe superano i 3 metri. Queste ultime, per la prima volta riunite nella stessa sala, sono state create simultaneamente, la prima la mattina e l’altra il pomeriggio, la mattinale Écriture Rose deve la sua colorazione rosa ad una sovrapposizione di inchiostri di colori diversi attraverso la stesura di indecifrabili trascrizioni di testi sacri e filosofici.
Simon Hantaï,Tabula, 1980 Huile et acrylique sur toile — 285,6 × 454,5 cm Centre Pompidou, Musée national d’art moderne, Paris © Adagp, Paris 2013
Ma ad oggi la riconoscibilità delle opere di Simon Hantaï risiede perlopiù nell’arte delle piegature delle tele su cui poi stendeva, pazientemente, il colore a mano per poi dispiegarle e rivelarne la parte non colorata. Il tutto in un abile confronto tra bianco e colori stupefacenti, da gran colorista che era. 
La procedura artistica rivela una sorta di liturgia nell’esecuzione che è anche molto fisica e che va dalla cucitura complessa della pieghe alla loro scucitura. L’artista stesso si metteva sotto la tela per tirarne i lembi e schiuderla, rivelarla alla luce come in un rituale compiuto. Una ricerca artistica densa che ha portato l’artista ad abbandonare presto la classica tecnica pittorica a favore del pliage, il froissage e il découpage, cioè piegatura, sgualcitura e taglio, insomma sulle orme di Jackson Pollock, Hantaï è stato un riferimento di gruppi artistici francesi quali Supports-Surfaces e BMPT. Ricordiamo inoltre che rappresentò la Francia alla Biennale di Venezia nel 1982, data in cui l’artista decide di ritirarsi dal business dell’arte, in questo senso questa retrospettiva rappresenta innanzitutto la necessità di far conoscere i lavori di una grande figura del ventesimo secolo. 
L’esposizione presenta video, tra cui due di Jean-Michel Meurice del 1974 e del 1976, questo documentarista e pittore entra in dialogo con Hantaï per coglierlo nella realizzazione di opere diverse rivelandoci le elaborate tecniche di composizione delle pieghe che mostrano composizioni a volte geometriche come completamente libere. Il catalogo è pubblicato da Editions du Centre Pompidou sotto la direzione dei curatori della mostra, quali Dominique Fourcade, Isabelle Monod-Fontaine e Alfred Pacquement.
Livia De Leoni
mostra visitata il 29 maggio
dal 22 maggio al 2 settembre
Simon Hantaï
Centre Pompidou, Parigi
Orari: tutti i giorni dalle 11,00 alle 21,00 tranne il martedì

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui