14 ottobre 2013

Finissages 14.X.2013 Les nouvelles folies françaises Castello di Saint Germain en Laye

 
André Le Nôtre e i suoi cartesiani giardini alla francese sono nell'occhio del ciclone nel 400esimo anniversario della sua nascita. Motivo di ispirazione di decine e decine di artisti contemporanei che con le loro opere investono i luoghi del giardiniere del re -

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Si festeggia “l’année Le Nôtre” colui che ha creato i giardini di Versailles, Vaux-le-Vicomte, Chantilly, delle Tuileries fino al Dominio Nazionale di St-Germain-en-Laye, a venti minuti dalla capitale francese. Quest’ultimo ospita nei suoi celeberrimi giardini e in qualche sala interna del Castello, ben 27 artisti internazionali che per l’occasione hanno aderito all’appello di Patrick Amine, curatore della mostra dal titolo Les nouvelles folies françaises, ad ispirarsi alle Folies. Dette anche le fabriques, le folies appaiono nei giardini del XVIII secolo, queste sono costruzioni realizzate a scopo ornamentale varie e architettoniche ispirate all’antichità. «Abbiamo invitato gli artisti a pensare e creare nuove e contemporanee folies.
 Loris Cecchini courtesy Galleria Continua Le Moulin copyright loris cecchini
Ripensando al loro rapporto con la natura e il paesaggio ricollegandosi in un certo senso alla pittura e le arti in genere» asserisce Patrick Amine. Insomma un viaggio nell’arte contemporanea tra i giardini, in alcune sale del Castello di Saint-Germain-en-Laye che ospita inoltra un interessante Museo Archeologico Nazionale, ma anche sulla terrazza, nelle fontane, o tra i giochi prospettici dei vialetti, come nel più anarchico giardino all’inglese. L’esposizione inizia all’interno, nella sala delle guardie e nella cappella, con Mur de la montée des anges (1993), un insieme di scarabei su filo di ferro rivestono completamente un abito appeso al soffitto, l’opera di Jan Fabre vede come protagonista lo scarabeo, simbolo di eternità, questo è sovente presente nelle opere dell’artista belga. Segue nella cappella Sanit Louis, tra gli altri, Valentin van der Meulen con Construire pour détruire / Détruire pour construire, metafora del comportamento umano, questo grande disegno panoramico al carboncino, che mostra un neonato, fa riferimento alla storia del posto che ha accolto, tra matrimoni e battesimi, le vite di Francesco 1° e di Luigi XIV. Il giorno del vernissage il disegno ha subito una soppressione di una parte del disegno da parte dell’artista, azione che si ripeterà una volta al mese fino alla totale cancellazione dell’opera. All’esterno troviamo Pas encore mon histoire (2008), il baldacchino di Vincent Olinet che galleggia in una delle fontane al centro di fiori tra vele bianche e blu e legno dorato come fosse sopravvissuto ai secoli della regalità. Tra le tante opere anche quelle del milanese Loris Cecchini che ha creato per il luogo una nuova installazione realizzata con strutture modulari in acciaio poste intorno ad una quercia. Infine, originale il giardino cinese di Marc Boulet & Lin Yu che utilizzando legumi bizzarri, fiori e piante medicinali cinesi   ritrae il simbolo dello yin e dello yang, riproducendo così il pensiero taoista rimanda al pensiero cartesiano che inspira le creazioni di André Le Nôtre.
Livia de Leoni
Musée d’Archéologie nationale – Domaine national de Saint-Germain-en-Laye 
Place Charles de Gaulle 
78 105 Saint-Germain-en-Laye 

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