23 ottobre 2017

Julieta Aranda, As the Ground Becomes Exposed Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Palermo

 

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In un noto libro di Dan Brown si scopre una forma di vita congelata nel ghiaccio di cui non si riesce a capire la natura se non ipotizzando che fosse giunta dallo spazio. Questa ipotesi che nel romanzo incombe sulle elezioni presidenziali americane sembra centrare il problema della ri – generazione di un linguaggio quando questo è sedimentato sotto la coltre uniforme di un codice convenzionale omologante. Questa combinazione prende il titolo inglese “As the Ground Becomes Exposed” che tradotto in italiano suona  Come emerge il fondo. Questo fondo è una fase linguistica occultata dalle convenzioni. Tra l’ipotesi di un nuovo sistema semantico e la scoperta di una via di significazione i questa mostra si aprono a una serie di suggestioni che Julieta Aranda ha nascosto nella forma di cruciverba. L’intreccio ortogonale, che vediamo stampato sulla parete della galleria palermitana di Francesco Pantaleone, è qualcosa di più di un gioco di enigmistica. Le parole che s’intersecano tra verticali e orizzontali propongono delle varianti del significato lineare affidato di solito a una frase di senso compiuto, sono parole che sfruttano l’impatto all’incrocio, quasi fosse esso stesso il fulcro del processo di significazione. Lo scongelamento, ossia l’emersione dal manto dell’ordinario è una lenta operazione di archeologia della parola che aspetta lo scioglimento dell’uniformità diacronica del linguaggio convenzionale per far emergere dalla rigida impalcatura il substrato immaginario del lessico privato. In altre parole, oltrepassando il dualismo proposto da Sussurre, tra dimensione del tempo e ‘stato di lingua‘, Julieta Aranda si concentra sull’organizzazione, sulla concatenazione reciproca della parola come tratto linguistico autonomo. 
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Julieta Aranda, As The Ground Becomes Exposed, vista della mostra
Il Saussure della partita a scacchi, che nel “Corso di Linguistica Generale” equiparava al linguaggio dove una qualsiasi determinata posizione ha il carattere d’essere indipendente dalle precedenti, è risolto da Julieta Aranda attraverso la metafora di un gioco a cui partecipa  il  “lector in fabula” a discapito delle aspettative dello studio analitico dei fatti linguistici in un dato contesto. Julieta, infatti, tira esplicitamente in ballo il critico letterario Wolfgang Iser (1926 -2007) che vedeva nella lettura un atto performativo che sfrutta i vuoti testuali per improntare un’azione di ricostruzione di un paratesto. Ecco, quindi che la griglia enigmistica diventa schema modernista astratto – concreto, ossia una tabella combinatoria per l’immaginazione. La disposizione dei quadrati stampati è quella del casellario del cruciverba ma la sua visione definisce lo spazio della rimica “mondrianea” delle linee e dei colori. Ora, considerando la fluidità delle pozze di pigmento da cui emergono ossa di fantomatici fossili, installate qua e là nella galleria di Francesco Panteleone, il raffronto tra casellario e parola appare ovvio: come dallo scongelamento del colore emerge il pallido scheletro della forma, così il vettore emotivo della parola emerge la struttura nella sua vacua significanza. In questo gioco di riabilitazione dello strutturalismo Julieta Aranda propone una riedizione di un lavoro presentato a Basilea nel 2016 dove la griglia enigmistica è riportata sulle quattro facce di cubi a loro volta disposti per simulare tridimensionalmente la combinazione degli spazi e dei colori, quindi, con questa mostra sembra aggiornare la sua ricerca tra linguaggio e cultura.  Sebbene si ormai da anni Julieta Aranda viva a Berlino sembra che proponga un’interpretazione della modernità, e del modernismo di cui la griglia è emblema, in chiave magico – evasiva, questa lettura vede nell’imprevedibilità e nell’irrazionale un modo per compromettere il rigido concettualismo analitico. Ecco che le ossa che emergono dalle macchie di colore diventano le tracce di organismi anche se biologicamente estinti, capaci di esercitare un potere perturbante. In egual misura, la parola che pretende una sua verità, una sua dignità, anche se estratta dal discorso, dalla frase può aprire imprevedibili significati.  
Marcello Carriero
mostra visitata il 3 ottobre 
Julieta Aranda, As the ground becomes exposed
Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
Via Vittorio Emanuele, 303
Palermo
Info: tel. +39 091 33 24 82, info@fpac.it

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