08 novembre 2018

Fino al 10.XI.2018 Tobias Hoffknecht. Limited attention Galleria A+B, Brescia

 

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La galleria A+B di Brescia presenta la mostra “Limited Attention”, con opere di Tobias Hoffknecht, artista nato a Bochum nel 1987,  che si è formato con Rosemarie Trockel presso l’ Arts Aca¬demy di Dusseldorf, città in cui vive e lavora annoverando mostre personali e collettive di respiro internazionale a partire dal 2010. 
Nello spazio bianco e stereometrico della prima sala, tre grandi opere sono proposte in un ritmo contrapposto di “curvature” – come un “coro battente” – dando luogo ad una installazione che modifica lo spazio-tempo della sala e del visitatore: lo spazio che all’ingresso è percepito nella sua fissità viene modificato dai tre grandi enigmatici volumi arrotondati, mentre il tempo si altera proponendo una riflessione meditativa, per la purezza dei volumi in dialogo con l’ambigua loro morfologia, morbida ma netta, rigorosamente semplice ma concettualmente complessa, dove l’analogia con la percezione ritmico musicale sembra essere il viatico per una lettura profonda di uno spazio quasi sacrale.
Seguono opere di dimensioni più limitate e di foggia più complessa, che trovano la propria  ragione d’essere in relazione alla superficie di appoggio o apprensione, quasi materializzandosi all’improvviso al di fuori di una parete verticale o del piano pavimentale, rimanendo in una situazione di vibrante mistero, come un fantasma che prende corpo in una forma che diventa quasi organica e “carnale” attraverso il nitore tecnologico contrastato dalla lacca semilucida, percepibile come “pelle”.
Come dalle note curatoriali di sala, l’artista parte da un’indagine retroattiva sull’uso razionale delle forme e dei materiali nel design, sedotto anche da quelle forme che , negli anni Settanta del novecento, indicavano il “futuro”, sia nella produzione industriale, che nell’immaginario di una fantascienza che come sempre proietta al di là nel tempo le forme di cui dispone al momento.
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Tobias Hoffknecht, 198 (milk drinkers),2018, stainless steel and lacquer,acciaio inossidabile e vernice,120x80x20 cm

Le opere sono dunque realizzate con elementi curvi di alluminio, ovvero i condotti  presi a modello di connessione, trasmissione, movimento, funzionalità, che in quegli anni influenzavano l’iconografia del design, dei film, dell’architettura (pensiamo al Beaubourg di Parigi…) dove l’estetica della macchina attualizzava il mito futurista nel momento in cui sembrava attuarsi, in un’atmosfera di ottimistica speranza. 
L’artista usa così  elementi calandrati ad hoc per le grandi opere che formano la “navata del tempio” della prima sala – ciclo 1-200, 2-200, 3-200 (underperforming) –,  mentre assembla semilavorati tubolari nelle opere della seconda sala, dove il tema è un “loop della forma” – opere 197, 198, 199 –, in continuità ciclica o interrotta.
Le superfici laccate (monocrome, bianche, semiopache) rendono emblematiche le forme e le trasformano da archetipo mentale in fisicità tattile e attraente. 
La rigorosa simmetria delle opere genera la misteriosa fissità che nell’osservazione della purezza formale suggerisce il soffermarsi, dapprima attoniti, poi partecipi della vibrazione di forme che diventano archetipi e simboli: le lesene che modificano lo spazio iniziale in ritmo architettonico sacro – ciclo 1-200, 2-200, 3-200 (underperforming) –, i loop tubolari che diventano “uroboro” nel succedersi ciclico dei corsi della vita – opere 197, 198 –, e il ciclo interrotto come misterioso simbolo di “soglia” da varcare – opera 199 – a più riprese nella vita.
Qui sta il cuore della riflessione critica dell’artista sulla forma spogliata dalla funzione, se non quella mentale, nel suo distaccarsi da simbolo del progresso a discapito dell’emozione attraverso la serialità automatizzata (note cit.): il consuntivo delle speranze di meraviglia tecnologica, spesso disattese, si riscatta con l’evocazione di figure che tornano ad essere spirituali, radice dell’essere.
Il risultato percettivo, nel silenzio riflessivo che il rapporto monocromo-superficie-volume-spazio impone allo sguardo, è di affascinante interazione: nella mutua fissità del riguardante e dell’opera, la scultura sembra vibrare uscendo dal piano di supporto,  come in un’apparizione, restando sospesa nell’ambiguità evocativa.
Resta “ferma” ma perde i connotati della logica costruttiva quasi matematica: “avanza” verso chi guarda, nella catarsi di un’illusione, che ci coinvolge come i campi monocromi di Rothko procedevano verso di noi inglobandoci o come la statuaria del Barocco Napoletano usciva dalle nicchie per passare dalla morte alla nostra vita.  
Marco Ticozzi
Mostra visitata il 6 novembre
Dal 6 ottobre al 10 novembre 2018
Tobias Hoffknecht. Limited attention
Galleria A+B, Brescia
Via Gabriele Rosa, 20/a, Brescia
Orari: dal giovedì al sabato 15/19 e su appuntamento
Info: +39.(0)30.0973310 gallery@aplusb.it

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