02 marzo 2011

GOD SAVE THE PUNK

 
Non c’è futuro, nessun futuro”, cantavano i Sex Pistols nel 1977, il gruppo che fece da apripista al movimento punk. Che da Londra e da New York, ben presto approdò e invase tutta l’Europa. Una mostra per ripercorrerne le tappe. E la portata...

di

Era la metà degli anni ‘70, gli
anni delle nuove contestazioni sociali degli operai e degli studenti, in cui la
nascita di movimenti controculturali e anticonformisti si rincorrevano a
velocità serrata. In un clima favorevole creato dal Sessantotto, nacque anche
il punk. Il termine inglese, che letteralmente significa ‘di scarsa qualità, da
due soldi’, fu originariamente adottato per indicare e identificare una
subcultura soprattutto musicale. Perché era una musica rumorosa, poco complessa,
in cui spesso la voce sovrastava le note e altrettanto spesso alcune band non
erano avvezze a imbracciare i propri strumenti (come le giovanissime ragazze di
The Slits).

Un movimento, quello punk, che affonda
le proprie radici nell’East Coast e nel Regno Unito, per poi svilupparsi
nell’intero continente europeo. Con una parabola fulminea che raggiunse l’acme
tra il 1976 e il 1979, rappresentò una vera e propria furia iconoclasta, che
voleva fare tabula rasa della più ampia cultura, rivoluzionando il modo di fare
musica e gli stessi costumi. Non a caso, l’icona del punk è la copertina di Jamie Reid del disco dei Sex Pistols con il brano scritto da Paul Cook, God Save the Queen. Il cui titolo originario, No future, la dice lunga. Ed è incontestabile che l’immagine del
volto della regina Elisabetta II d’Inghilterra con gli occhi e la bocca coperti
dal nome della band suscitò una certa reazione.

A trentacinque anni dalla sua
nascita, si è sentita quindi la necessità di fare il punto della situazione di
questo movimento, i cui influssi sono tuttora rintracciabili nella musica,
nella letteratura, nella moda, nel design, ma che non è stato sufficientemente
analizzato. Da questa constatazione prende le mossa la mostra Europunk, allestita nelle sale dell’Accademia
di Francia. Lascia perplessi il fatto che tale esposizione sia stata
organizzata in questa sede, perché la culla del movimento, come detto, fu il
Regno Unito. A simile osservazione, gli organizzatori puntualmente rispondono
che la Francia diede fortissimi apporti al punk e per questo può anch’essa
essere vista come sua patria putativa.

Il percorso si apre con la sala
dedicata ai Sex Pistols, subito seguita da quella dedicata ai Bazooka, gruppo francese caratterizzato
piuttosto dal fumetto che dalla musica. Divisa in otto sezioni tematiche, la
mostra si apre col primo passaggio televisivo dei Sex Pistols nel 1976 e si chiude
col primo passaggio dei Joy Division
nel 1979. Composta da oltre cinquecento oggetti, come manifesti, locandine,
pins, fanzine, filmati e copertine di dischi, si possono osservare veri e
propri cimeli, alcuni inediti, provenienti da collezioni pubbliche e private
europee.

Raccolta che, in alcuni punti,
non approfondisce certi aspetti, come l’influenza tuttora esercitata dal punk (nonostante
i due progetti site specific); in altri, risulta un po’ esigua (come lo spazio
dedicato a Vivienne Westwood, “mescolata” nelle teche con Malcolm McLaren).

Inoltre, la sezione dedicata
all’Italia, significativamente titolata GAP
– ancorandosi a una delle prime organizzazioni armate protagoniste dei
cosiddetti “anni di piombo” -, è stata frettolosamente liquidata con la
riduttiva affermazione che “i giovani italiani
indifferenti al fenomeno […] preferirono interessarsi
, come si legge nella scheda di sala, “al nuovo movimento, tutto italiano, delle
Brigate Rosse
”, dimostrando una visione distorta della storia di quegli
anni.

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mostra visitata il 27 gennaio
2011


dal 20 gennaio al 20 marzo 2011

Europunk. La cultura visiva punk in Europa 1976-1980

a cura di Eric de Chassey

Villa Medici – Accademia di Francia

Viale Trinità dei Monti, 1 (zona piazza di Spagna) – 00187 Roma

Orari: da martedì a domenica ore
10.45-13 e 14-19; giovedì fino alle 23 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)

Ingresso: intero € 6; ridotto € 4,50

Info: tel. +39 06676291; fax +39 066761243; stampa@villamedici.it; www.villamedici.it

[exibart]

22 Commenti

  1. La mostra non è male, nello stile delle tante altre fatta in giro e anche a Parigi. Riduttiva assolutamente la sezione dedicata all’Italia, che sebbene non abbia avuto una scena pari a quella inglese o francese, era ben viva e sanguinante come ci insegna Marco Philopat. Poteva essere l’occasione per ricordare una coniugazione tutta italica del fenomeno con la presentazione del Rock Demenziale.
    Comunque ho trovato straordinaria l’opera di Scott King dedicata a Giangiacomo Feltrinelli, tra le poche opere d’arte contemporanea che affiancavano la parafernalia tipica di queste esposizioni.

  2. premetto che non ho visto la mostra, ma così a “freddo” direi che è un peccato e una mancanza, forse dettata dalla non conoscenza dei fatti: la scena punk italiana è stata una delle più complesse d’Europa, agguerrita e anche coriacea.
    basti pensare che ha letteralmente colonizzato e formattato tutti gli spazi sociali “centri sociali” e simili che si svilupparono in Italia, fino agli anni “90. Infatti, la produzione di materiali: fanzine, riviste, dischi e gruppi musicali è stata ben superiore di quella francese, senza togliere nulla a nessuno ovviamente, il movimento informale era particolarmente legato e interconnesso a tutta la scena europea e americana; non si ponevano certo distinguo di tipo geografico, al massimo si può fare una divisione puramente linguistica dei prodotti, ma tutto il resto non ha senso.

  3. il punk è musica di destra da sempre, mi spiace per i punkettoni bolscevichi che sono arrivati dopo e hanno tentato di colonizzarlo non capendoci un cazzo, ma le radici del punk sono di estrema destra o al limite anarcodestra .
    stessa cosa la techno adottata in italia dai centri sociali zapatisti solo dopo 10 anni dalla sua nascita .

  4. senza entrare nel merito della mostra (che non ho visto) né dei contenuti, vorrei suggerire all’autrice dell’articolo di ripassare la sintassi italiana (e alla redazione di fare un minimo di editing sui testi)

  5. Sono (ero) punk. Ho fatto parte della scena hardcore romana fine anni 90. Ho visto la mostra e devo dire che l’articolo è ben fatto. La sezione dedicata all’Italia, giustamente non c’è perchè in Italia il punk è arrivato dopo. Diciamo poco dopo. Il Virus di Milano, 1980. Ma già è fuori dagli “steccati” imposti dalla mostra che parla nello specifico del ’77 e di quello che è successo fino al ’79.
    La riduttività Brigate Rosse=movimenti controculturali italiani è stupida e non veritiera, visto che a quei tempi comunque in Italia c’era sperimentazione visiva, artistica, politica che non era solo ed esclusivemnete lotta armata e guerra sociale.
    Per chi ha detto che il punk è di destra non ha capito cos’è il punk o non ha capito che cos’è la destra.

  6. se proprio si vuole dare per forza un inquadramento politico ai punk, l’ultima cosa che si può fare è inquadrarli come di destra perché vorrei domandare: le creste colorate tipiche della destra?? e per chi ha la memoria corta (beh, troppi) ricordo che quelli di destra (anche recentemente per altri gruppi) facevano dei veri blitz punitivi contro i punk …

  7. mi sa che era il punk di roma a essere fuori dal resto del mondo, non altro. d’altra parte una città con 450.000 chiese e 200.000 ministeri non può essere come il resto del mondo. i capelli colorati dovrebbero essere sinonimo di sinistra? ma da quando? delle due sono sinonimo di non lavorare e basta visto che 9 volte su 10 se hai i capelli colorati non ti prendono nemmeno a fare il dog sitter. e vivienne westwood e malcolm mclaren erano di sinistra? i ramones erano di sinistra? ma dove? i mods erano di sinistra? ahahahaha

  8. probabilmente i punk romani erano i soliti fancazzisti, ma la lettura politicizzata e superficiale di hm è molto faziosa. soprattutto perché il punto di partenza è la mostra che, riduttivamente, licenzia il punk italiano inesistente perché in tialia c’erano le brigate rosse. è questo che è storicamente inesatto. il resto, solo chiacchiere …

  9. la mostra non ci tengo nemmeno a guardarla, sicuramente racconterà un sacco di stronzate . la mia non è una lettura faziosa, semplicemente reale visto che il punk in inghilterra è partito dagli hard mods (hm) che erano tutto tranne di sinistra . dai sex pistols sono nati gli sham69 che sono stati il primo gruppo streetpunk oi! d’europa . le letture faziose sono in queste mostre che infatti evito accuratamente come la peste .

  10. basterebbe dire: gaznevada e skiantos per mandare all’aria la nostra incredibile esclusione in termini musicali da questa mostra. quanto all’equazione br-indiani metropolitani, si andassero a leggere i libri di f.scozzari, di v.sparagna, o di o.rubini se sono interessati a parlare di cosa successe in italia in quel periodo. l’atteggiamento verso le br era ambiguo, come solo un punk sa essere.

  11. perone mi fai pietà .
    il povero ignorante sfigato qui sei solo tu . torna a far le parole crociate con tua madre mentre ambisci alla tua carriera di professorucolo malinformato va

  12. ti lascerei belare in santa pace, povera capretta, se non fosse che la tua ignoranza volgare è talmente sintomatica dei mali del paese da diventare quasi interessante. In ogni caso, ed è un invito che rivolgo a tutti gli utenti, è bene rispondere colpo su colpo all’ignoranza, sottolineare con la matita rossa tutte le castronerie che sto ragazzetto vomita quotidianamente così forse alla fine verrà meno l’arroganza e tornerà a studiare prima di belare nuovamente. E non è un caso che questi ridicoli tentativi di strumentalizzare politicamente la musica e i fatti storici siano comuni tanto al ragazzetto qui sotto quanto all’istituzione organizzatrice della mostra, sono appunto sintomi di un male da estirpare: l’ignoranza.
    Per la cronaca: non c’è nulla di più distante dai valori della destra dell’anarchia nichilista del punk mentre l’adesione estetica ai simboli del nazismo è pura ironia cinica e disillusa. Però forse hm ha visto qualche maglietta con la svastica e ha fatto 2+2, che però qualche volta fa 5

  13. il punk è liberalismo, per questo è roba anglo-americana e non russa francese o tedesca
    (almeno all’origine, dunque nel senso che ci interessa)
    sveglia!
    baci

  14. ascolta perone ti spiego, è facile insultare dietro lo schermo come fai tu, molto facile. tra l’altro non posso nemmeno risponderti come vorrei perchè già ieri mi hanno censurato e devo limitarmi enormemente, il povero ignorante su questo argomento sei tu mi fai davvero pietà perone, se ti sei passato i weekend degli ultimi 30 anni (cioè dalla tua nascita) a giocare a carte con tua madre, sei frustratissimo e tenti di sfogare la tua frustrazione su di me già da mesi io non so proprio cosa farci, probabilmente sarai pure un cesso umano inadatto all’accoppiamento con qualsiasi essere animale o vegetale e ciò che ancora non hai capito è che io G.O.D.O. a essere volgare con gente come te, anzi mi devo limitare molto perchè vige una pesante censura qui sopra . ah poi non sono un ragazzetto, se tu ti senti nonno dall’età di 7 anni è un altro tuo problema, si chiama senilità precoce ma nel tuo caso è semplice dementia praecox che ti porta a sputare sentenza su argomenti che ignori completamente, te l’ho già spiegato vai alla bocciofila a conversare coi partigiani traditori non sentenziare su argomenti che disconosci completamente ci fai solo la figura della maestrina sfranta provinciale che si aggiorna sui sussidiari delle edizioni paoline . per la cronaca : quale cronaca perone? quella che hai letto sul solito sussidiario, la realtà è che l’unico punk (oi!) che resiste in europa attualmente è di estrema destra e i precursori sono stati gli sham69 nati dalle ceneri dei sex pistols, capito povera maestrina ignorantella? aggiornati che fai ridere .
    2+2 fa 5 solo nel tuo mondo di partite a briscola perone la matematica non è un’opinione a differenza della tua patetica insipienza, non puoi ridurre una maglietta con la svastica a ironia cinica e disillusa, quella è solo la tua interpretazione di comodo perchè altrimenti si aprirebbe una voragine nel tuo mondo di partite a briscola (o anche burraco che è più fighetto scegli tu) con tua madre mentre guardi che tempo che fa e ridi per le battutine di quella cassiera mancata volgarotta della litizzetto .

  15. @hm: per fortuna che ti hanno censurato altrimenti chissà quanto avresti stritolato con i tuoi sterili e infantili insulti e idiote considerazioni, che dimostrano incapacità di contraddittorio e piena assimilazione, senza capacità di discernimento, dell’arroganza che la politica degli ultimi anni insegna. sono persone come te che contribuiscono alla diffusione dell’ignoranza.

  16. la pochezza degli argomenti fa il paio con la pochezza umana

    comunque mi complimento per le tue fonti: è evidente che le due informazioni che hai sul punk le hai lette sulla smemoranda, manco su wikipedia

    e mclaren si sganascerebbe se sapesse che ancora oggi c’è qualche fesso che casca in provocazioni vecchie come il cucco. Ma immagino che al prossimo intervento mi dirai guarda ho scoperto che i ramones hanno scritto un pezzo che si intitola blitzkrieg pop, sono EVIDENTEMENTE nazisti! sempre perché 2+2…

  17. @katyjiya
    sbagliato . sono persone inconsapevoli come te che servono come fantocci a questa politica e ne mantengono le gerarchie . stile biscotti . io i biscotti li mangio, me ne frego altamente di quello che pensi tu .

    perone non ti rispondo nemmeno più . mclaren era di destra e modaiolo nonchè contro le politiche di immigrazione del governo inglese. ritenta e non sarai più fortunato, fatti un soliloquio senza farmelo sapere .

  18. ah un’ultima cosa perone poi procedi con il tuo inutile soliloquio, le informazioni che so le so da molto prima che esistesse wikipedia, e nonostante questo tu le hai imparate da me per la prima volta, pensa quanto puoi essere ignorante e ridicolo .
    i ramones erano nazigay si sa e 2+2 fa 4 perone, un corso serale di materie scientifiche no?
    The album’s final track, “Today Your Love, Tomorrow the World”, refers to a Hitler Youth member. Seymour Stein complained about the song and insisted that the track was offensive, contending that the lyrics “I’m a Nazi baby, I’m a Nazi yes I am,” could not be published on a record. Before they released the album, they came up with alternate lyrics for the line that read “I’m a shock trooper in a stupor, yes I am.”

  19. mclaren fin da giovanissimo frequentò king mob, un gruppo situazionista di Londra che mirava alla rivoluzione proletaria

    nel ’74 andò a new york dove frequentò il cbgb’s e curò il look dei ny dolls: pelle rossa e falce/martello ovunque

    le prime magliette che fece indossare ai sex pistols avevano il faccione di marx sotto la scritta anarchy

    intervista a glenn matlock:

    Cosa pensavi di certe provocazioni escogitate da Malcolm McLaren, come l’esibizione della svastica? Cosa ne pensi oggi?
    L’idea era soltanto quella di scioccare le persone, non c’era alcun riferimento al suo significato autentico… Il punk è stato trent’anni fa; ma se andiamo indietro al ’76, a quel tempo la seconda guerra mondiale era finita da soli trent’anni: era quindi una provocazione molto forte. Io comunque non ho mai indossato una svastica, perché ero consapevole che molte persone avevano sofferto a causa di essa.

    Ritieni che nel punk ci fosse anche una componente di estremismo di destra?
    Non era affatto così quando iniziammo. Diventò un po’ così con gruppi come gli Sham 69, ma si trattava più che altro di tentativi da parte di qualcuno di sfruttare i concerti a fini politici; ai gruppi stessi questo non piaceva

    ora taci, ma se preferisci sei liberissimo di inventarti i fatti e piegare la storia a tuo piacimento. Non ti lamentare però se qualcuno ti sbugiarda

  20. alla stampa e per i wikipedia dipendenti come te può aver raccontato qualsiasi cosa, d’altra parte doveva vendere dei dischi non essere censurato dai sionisti inglesi . gli sham69 erano i sex pistols meno sid vicious e johnny rotten . se credi che malcolm mclaren fosse di sinistra allora sei un povero disinformato oltre che ignorante, erano i new york dolls a mettere falce e martello come roba fashion (da delle bambole travestite ci si aspetta questo e altro) non il contrario . in ogni caso il risultato è stato che i punkers si sono levati i vestiti politically correct con marx e hanno indossato svastiche, fa sempre parte del 2+2 vai a ripetizione va ignorante

    King Mob (gruppo anarchico) was also responsible for various attacks on art galleries and for organizing a battle between local skinheads (whom they considered to be “the working class avant-garde”) and greasers in central London. ora vienimi a scrivere che gli skins erano di sinistra eh mi raccomando ahaahahahaha poi non rispondere dove non sai rispondere che ci fai una bella figura, tipo sui testi censurati dei ramones ahahahaaha

    -Io comunque non ho mai indossato una svastica, perché ero consapevole che molte persone avevano sofferto a causa di essa.-

    tipica risposta per evitare la censura, la falce e martello che ha provocato oltre 90 milioni di morti era ok, ma si è visto cosa hanno indossato i gruppi appena sono stati liberi di scegliere .

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