25 maggio 2018

La gioia del perdersi

 
Tra le stanze del Grand Hotel des Palmes a Palermo ritorna il fantasma di Raymond Roussel, evocato da un gruppo di artisti in un innesco firmato da Luca Trevisani e Olaf Nicolai

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“Raymond” ideato e curato da Luca Trevisani in collaborazione con Olaf Nicolai è un’esperienza inaspettata, è come immergersi tra le pagine di un libro appena aperto consapevoli di non sapere cosa accadrà.
Dedicato alla figura dello scrittore ed intellettuale Raymond Roussell, ha un’impalcatura concettuale che al primo sguardo può sembrare ostica ma come lo stesso Trevisani ha felicemente suggerito vale la pena di sperimentare la “gioia di perdersi” in esso, cercando di far propria l’intenzione di un lavoro che è certamente complesso e partecipativo.
Perché “Raymond” innesca una serie di azioni, offre una fruizione inusuale e spiazzante dello spazio e del suo contenuto, impone un rapporto con le opere e con il loro contesto, invita alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, di storie, forse persino di se stessi.
Lo scenario opulento del Grand Hotel des Palmes a Palermo è un perfetto amplificatore, luogo di viaggiatori in cui nel tempo si sono intrecciati destini di uomini e donne e con essi le loro provenienze, le loro esperienze. L’Hotel emblema di una Palermo splendida, ha ospitato lo scrittore che qui è morto il 14 luglio 1933, nel giorno di Santa Rosalia, patrona della città.
Roussell “Visionario, dandy mesmerista, viaggiatore radicale, eccentrico presidente della Repubblica dei Sogni” è stato un genio controverso a cui molti hanno fatto riferimento. La sua vita e la sua morte sono dense di opacità e alchimia, e lo stesso Leonardo Sciascia ne restò affascinato, attratto, sopraffatto.
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Luca Trevisani, Via Roma 398, Palermo, 2018
Come commenta nel suo testo per “Raymond” Daniela Bigi questo lavoro è “Una macchina artistica ad esito aperto”, in cui – aggiungiamo – l’apparente confusione consente invece allo spettatore di giocare un ruolo attivo, quasi autoriale, anzi certamente autoriale.
Sullo sfondo le opere di artisti internazionali, ciascuno con un suo ambito intellettuale ed espressivo qui mescolati liberamente: Lucia Amara, Meris Angioletti, Maria Anwander, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Lupo Borgonovo, Angela Bulloch, Francesco Cavaliere, Daniel Gustav Cramer, Michael Dean, Tacita Dean, Jason Dodge, Haris Epaminonda, Maurice Florence, Karl Holmqvist, Eva Marisaldi, Mathieu Mercier, Rodney Graham, Maurizio Mercuri, Christoph Meier, MK–Michele Di Stefano, Aleksandra Mir, Ute Müller, lo stesso Nicolai, Christodoulos Panayiotou, Francesco Pedraglio, Fabio Quaranta, Willem de Rooij, Bojan Šarčević, Luca Vitone che disseminano per corridoi, scale, ballatoi e stanze le loro opere, affidandole all’incertezza, ad altra bellezza, in qualche modo ad una nuova visione.
Trevisani tesse un copione, la sua regia è consapevolmente spiazzante, come lo è la mappa che accompagna il percorso, un oggetto che impone di fermarsi, leggere, studiare. Impone di capire, ma senza mai davvero realizzare questo compito.
Impone di perdersi per immaginare di rivivere anche solo per un attimo, tra quelle stanze e quelle immense e superbe sale, altre vite.
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Christoph Meier, Untitled, 2018
Credo che il senso di questa intrigante progetto sia proprio offrire la possibilità di poter essere qualcun altro, di essere sospeso nel tempo e nello spazio: è una caccia al tesoro che seduce e spaventa, resta un mistero.
“Raymond” è stato selezionato tra Collaterals di Manifesta 12 quest’anno a Palermo e avrà una seconda tappa con una mostra che dal 29 luglio sarà esposta negli spazi del Castello dei Ventimiglia, sede del Museo Civico di Castelbuono, dal titolo “Raymond – Controfigura”.
Il progetto ed è stato realizzato da Trevisani in collaborazione con Fondazione per l’Arte onlus di Roma, vincitore della seconda edizione del bando Italian Council 2017, concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Agata Polizzi

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