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Pronti alla partenza? Andiamo! Si comincia stasera, con Lichtenstein in versione scultore e il Vedova dei …Cosiddetti Carnevali…, ai Magazzini del Sale delle Zattere. Inoltre il Maestro di Venezia sarà a confronto anche con un altro grandissimo protagonista della storia dell’arte: il Tintoretto, alla Scuola Grande di San Rocco. Qui i Teleri del pittore manierista saranno in vis-à-vis con l’Espressionismo e i colori di Vedova, in un dialogo che riconduce anche all’ammirazione che il giovane artista aveva nei confronti del collega cinquecentesco. Ecco il primo appuntamento per art addicted veneziani, a cui segue la press preview all’isola di San Giorgio Maggiore, Fondazione Cini, dove è la volta di Marc Quinn. Anche qui lo zampino di Celant, come tra Vedova e Lichtenstein, e come domani sarà a Cà Corner della Regina, dove il grande critico rimetterà in scena, con Koolhaas e Demand la più avanguardistica delle mostre del secondo Novecento: “When Attududes Become Form”. Alla Fondazione Cini sono presentate qualcosa come 50 opere– tra sculture, dipinti, disegni e altri oggetti d’arte – di cui 13 mai esposte prima. Un sodalizio, quello tra l’artista inglese e il curatore italiano che risale all’esposizione “Garden” organizzata dalla Fondazione Prada a Milano nel 2000.
E anche qui, insomma, l’intreccio è fatto. Il big è servito, anche in fotografia.
Se siete nostalgici del bianco e nero, oggi “Amarcord” è servito, un nome un programma: lungo una linea del tempo che scorre dal 1895 al 1999, a Cà Giustinian, un itinerario racconta alcuni episodi della vita, dell’organizzazione, delle partecipazioni degli artisti e dei curatori all’Esposizione Internazionale d’Arte, messi in scena attraverso gli scatti “rubati” dall’Archivio Storico della Biennale. Insieme all’archivio aperto, per familiarizzare con il passato nel presente, anche disegni, stampe, fotografie e manifesti commissionate dalla Biennale e donate dagli artisti. Qualche nome in scena? Alexander Archipenko, Carlo Carrà, Georges Braque, Jean Fautrier, Osvaldo Licini, Jacques Villon, Giorgio Morandi, Hans Hartung, Carlo Scarpa, Alberto Biasi, Man Ray e Sol LeWitt.
Arte a parte, e scusate il gioco di parole, quello che invece trasuda già da questi primi momenti è il bagno generale di cene, feste, pre-dinner e post-cene che si preannunciano per questa art week mondiale. Uno spauracchio contro la crisi? Una sorta di esorcismo per affossare i propri fantasmi oppure, davvero, l’ultimo Valzer delle Candele prima dell’affondo del grande Titanic dell’arte contemporanea laddove, nel 1895, tutto era nato? Staremo a vedere, scialuppe di salvataggio in vista. Intanto benvenuti a bordo!