27 marzo 2014

Da “Garage” a “Museo per l’Arte Contemporanea”. A Mosca cambia statuto, e guarda avanti tutta, lo spazio fondato da Dasha Zuhkova

 

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L'attuale © Centro di Cultura Contemporanea Garage, Mosca
Da Garage Center for Contemporary Culture a Garage Museum of Art. 
Et voilà, il cambio repentino “di classe” del grande spazio espositivo moscovita, fondato sei anni fa da Dasha Zuhkova, partirà dal prossimo 1 maggio.
L’ufficializzazione avviene anche a seguito di una conferenza dove, alcuni giorni fa, hanno preso parte diverse personalità della cultura per definire ciò che significa costruire un istituto “pubblico” che possa formarsi come deposito di esperienze e sviluppare il patrimonio culturale attraverso spazi e laboratori per la produzione artistica e il pensiero creativo. 
Il nuovo nome di Garage, insomma, vuole riflette l’impegno a lungo termine che ne ha contrassegnato la programmazione degli ultimi anni, con la sensibilizzazione della comunità e la creazione del primo archivio di materiali legati all’arte contemporanea in Russia.
Poi, non dimentichiamocelo, la nuova “casa” di Gorky Park, firmata da Rem Koolhaas con OMA, aprirà nel 2015. Quale migliore occasione, allora, per mutare lo status di questo progetto no-profit che ha come mission la voglia di riflettere sugli attuali sviluppi nella pratica dell’arte contemporanea, offrendo opportunità per la produzione di nuove opere? Guidato dal direttore Anton Belov con l’aiuto, dallo scorso anno, della curatrice Kate Fowle, la fondatrice Zuhkova: «abbiamo pensato che sia di grande importanza assumere un nome che articoli meglio la nostra attività, sia a Mosca che all’estero. Alimentato da un team di giovani professionisti per creare una nuova visione per la cultura contemporanea a Mosca, Garage Museo d’Arte Contemporanea sarà un luogo per il pubblico, l’arte e le idee per creare una nuova storia». Dentro il progetto di oltre 5mila metri di Koolhaas? Una mediateca per l’accesso alla collezione degli archivi, un centro creativo per i bambini, una sala proiezioni, un auditorium, e ovviamente una libreria e una caffetteria. Avanti tutta, insomma, verso il futuro. Senza programmazioni a singhiozzo o tentennamenti economici. 

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