16 aprile 2014

Art Brussels, la crescita della fiera “democratica”. Che quest’anno punta parecchio sul collezionismo, o almeno sulla sua teoria

 

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Art Brussels
190 gallerie da 27 paesi, per l’edizione numero 32 di Art Brussels, che apre tra meno di dieci giorni nella capitale belga, e che continua a mantenere il suo profilo come fiera in grado di unire artisti e gallerie emergenti con realtà più consolidate. 
Ma a Bruxelles, però, non c’è solo la fiera delle gallerie, ma una serie di eventi e un ampio spazio per un approccio critico e di dibattito intorno all’arte di oggi. Non è un caso che sia stato preparato anche quest’anno il “The stage” (su progetto di Tom Mares & Walt Van Beek) che sarà luogo, per esempio, di “The School of Awareness”, appuntamenti su singoli artisti di cui verrà approfondito il lavoro, da Judith Braun a Rodrigo Bueno, da Goran Petercol ad  Ante Timmermans. Si continua poi con il seminario in 3 parti “The Role of the Gallery, Beyond Commerce: Towards a New Paradigm of Appreciation”, co-organizzata da Art Brussels con il De Appel Arts Centre di Amsterdam. In scena 3 panel che portano i titoli di “How do we Collect?”; “Acquiring Film & Video: What/How Do We Own?,” e “The Collector as Producer” e una serie di conferenze sul tema “Artistic Production in the moment of Cognitive Capitalism”, con la presentazione di alcuni grandi pensatori che hanno lavorato su questi concetti: l’italiano Franco ‘Bifo’ Berardi (Bologna), Stefan Heidenrieich (Berlino), e John Roberts (Wolverhampton). 
Ma “on the stage” saliranno anche Martin Germann, senior curator allo SMAK, Gent, Andrea Lissoni, curatore per la sezione video e cinema della Tate Modern, la neo direttrice dello Stedelijk di Amsterdam Beatrix Ruf, tra oltre 50 nomi. 
E poi c’è anche la sezione “cinema”, disegnata sempre da Mares e Van Beek, dove su due schermi, e in due programmi di screening eseguiti a ciclo continuo ci saranno le produzioni di Ivan Argote, Johanna Billing, Tilo Baumgärtel, Jasmina Cibic, Sam Curtis, Dina Danish, Leo Gabin, Mikhail Karikis, Angela Marzullo e Amir Yatziv. 
“Portrait of the Collector as a Work of Art: An Intimate Journey” sarà invece il progetto speciale di quest’anno, dove saranno riuniti alcuni dei più importanti collezioni belgi più importanti, noti a livello internazionale per la loro passione, dedizione, conoscenza e per la capacità di scoprire e comprare artisti in una fase molto precoce della loro carriera. Ogni collezionista è stato invitato a scegliere un’opera d’arte che meglio esprima la loro personalità e le loro preferenze individuali, mettendo in scena una sorta di autoritratto attraverso le opere d’arte. Speciale, insomma, in ogni sua parte, basti sapere che a “Ritratto dei collezionisti” hanno contribuito Louis Vuitton, Anglo Belge Special Risks. In città, poi, alla Maison Particuliére, un nuovo progetto di Collezione Maramotti, fresca fresca di American Art Award. Aggiornamenti in corso.

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