14 luglio 2014

Quelli che/Giorgia Lucchi Boccanera/ L’intervista Passaggio a Sud Est. Moda? No, più qualità

 
Proseguiamo con il nostro viaggio attraverso gallerie e istituzioni che tentano modelli diversi di lavoro, tra mercato e no profit. Stavolta a rispondere alle domande di Exibart è la galleria trentina Boccanera. Che ci racconta la scoperta di nuovi talenti europei. E il rapporto virtuoso che si può istituire con l’Accademia

di

Nebojša Despotović, Silent Fracture, vista della mostra

La galleria Boccanera di Trento viene fondata nel 2007 e nasce con l’obiettivo di scoprire giovani artisti, soprattutto italiani. Negli ultimi anni però, la galleria ha iniziato a guardare oltre i confini nazionali, avvicinandosi sempre più alla cultura dell’Est Europa con scambi sia di artisti che di curatori e avviando progetti di ricerca.
Giorgia Lucchi Boccanera ci racconta la genesi di questa seconda pelle della galleria, le sue attività collaterali e cosa significa lavorare in un luogo un po’ periferico come Trento
Boccanera nasce come galleria di ricerca su territorio nazionale. Da qualche anno l’attenzione si è spostata verso confini internazionali e maggiormente  sperimentali grazie anche all’intervento di curatori stranieri. Ci racconti gli esiti di questa iniziativa? Quali sono stati i primi Paesi verso cui ti se rivolta?
«Sono sempre stata convinta che la ricerca di artisti capaci e impegnati ad esprimere il nuovo sia libera da vincoli territoriali. Le risposte positive del collezionismo alle opere di artisti stranieri mi ha condotto ad approfondire la cultura dei Paesi di provenienza dei primi artisti con cui sono venuta a contatto. La frequentazione con il collezionismo italiano, vocato a cogliere lo spessore dagli artisti stranieri, mi ha incoraggiata ad indagare queste sensibilità. Si è innescato al contempo il processo virtuoso di sviluppare l’interazione degli scambi culturali conseguenti ai contatti con enti, eventi, conoscenze, e rapporti relazionali provenienti da altre culture europee.  È affiorato il fatto tangibile di come i curatori stranieri apportino riflessioni specifiche per ciascun Paese di provenienza. Risalta ad esempio come il loro approccio critico e curatoriale sia meritocratico e sia fattore di stimolo all’innovazione continua ed all’apertura di orizzonti artistici sperimentali. L’iniziale ricerca verso artisti dal forte impatto innovativo, associata alla frequentazione di artisti serbi, è stata l’origine della proficua collaborazione in atto da tempo con la cultura serba. Maja Ćirić, curatrice serba per la recente mostra personale di Nebojša Despotović, ha offerto una proiezione interpretativa omogenea con la cultura dell’artista, rendendo possibili ulteriori approfondimenti con l’artista. Questa interazione è stata foriera di conseguenze immediate sulla maturazione e lo sviluppo artistico di Despotović. L’esperienza serba è stata propedeutica per promuovere la collaborazione con l’ambiente dell’arte contemporanea rumena.  A settembre Daria Dumitrescu della Sabot Gallery di Cluj-napoca curerà da Boccanera la personale del rumeno Vlad Nancă. Gli incontri con i curatori stranieri favorisce l’incontro con altri curatori stranieri interessati ed aperti allo scambio culturale internazionale. Ho in corso da tempo contatti con curatori di altri Paesi che porteranno a breve a nuove iniziative artistiche con altri Paesi dell’Est europeo».    
Nebojša Despotović, Silent Fracture, vista della mostra
Nello spirito di ricerca che caratterizza la galleria, nell’estate del 2012 hai coinvolto alcuni studenti di  Master dalla Polonia e Repubblica Ceca con lo scopo di approfondire la scena artistica dei loro Paesi, chiedendogli  di identificare i giovani artisti più interessanti.  È cosi che hai acquisito alcuni degli artisti che segui attualmente? 
«La mia disponibilità ad ospitare gli studenti stranieri è incoraggiata dalla loro elevata preparazione,  dall’alto standard culturale e dalla loro padronanza della realtà dell`arte contemporanea nel loro Paese. Grazie a costoro ho promosso iniziative successive alla loro permanenza a Trento mediante incontri con le istituzioni, il mondo accademico ed altri artisti. Nei viaggi mirati ad approfondire la conoscenza di questi mondi culturali sono maturati i miei interessi verso artisti in questi due Paesi: Repubblica Ceca e Polonia. Da questo percorso sta maturando la collaborazione con Richard Loskot, tra i candidati finalisti al Jindřich Chalupecký Award, il più ambito tra i riconoscimenti nella Repubblica Ceca. In Polonia la collaborazione con gli artisti Cezary Poniatowski e Magdalena Karpińska si sta sviluppando in un più ampio contesto di relazioni con altri artisti, con noti curatori oltre che con affermate istituzioni».
Richard Loskot, Logging the present, 2012, Electric stuff, variable dimension, Exhibition view, Open System, Boccanera gallery
Dagli anni 90, fondazioni, istituzioni e gallerie hanno iniziato ad investire sul lavoro di artisti dell’Est riuscendo a portarli fino a eventi di respiro internazionale, come Manifesta o la Biennale di Venezia. Petra Feriancova per esempio, ha rappresentato il padiglione slovacco nella Biennale di Massimiliano Gioni. Qual è il motivo che spinge Boccanera verso i territori dell’Est? 
«Il percorso internazionale  che ho appena precisato mi ha indotto una curiosità spontanea ad approfondire l’interesse alla ricerca di professionalità in rapida espansione. Trovo idee creative in culture aperte e libere da vincoli precostituiti di sistema che in molti Paesi, invece purtroppo, comprimono l`arte contemporanea. Osservo come in questi Paesi dell`Est e del Sud-Est Europeo sia possibile perseguire progetti di alta qualità e di respiro internazionale. Ne consegue il forte interesse a stringere legami di reciproca collaborazione».
Sempre nel 2012, hai iniziato un’ulteriore attività collaterale alla galleria, si tratta di “On videos for hours and hours”, una rassegna che si proponeva di coinvolgere ed educare il pubblico  alla ricezione e all’apprezzamento della videoarte, grazie anche alla partecipazione di Visual Container di Milano. Come ha risposto il pubblico?
«La mia sorpresa è stata grande nel constatare il numero inatteso dei frequentatori e la loro assiduità agli incontri che si susseguivano, molti di loro provenivano da altre province. Per queste ragioni l’esperienza continuerà come attività collaterale della galleria e sarà ripetuta. Con la rassegna ho offerto l`opportunità di approfondire la potenza artistica e l’espressività dinamica del medium video. Nelle mostre questo dinamismo espressivo è fruito velocemente. La modalità di fruizione del video è disomogeneo con quello “statico” delle altre opere esposte. È il video che impone il tempo di attenzione da un lato, dal momento in cui il fruitore si accosta, dalla durata dell’ attenzione richiesta, dall’attesa per rianalizzare un dettaglio, ed altri aspetti di fruizione con le altre opere. Ritengo che la rassegna abbia offerto l’occasione ai frequentatori di dedicare la loro concentrazione e attenzione in esclusiva a questa forma artistica».
Richard Loskot, Open System, vista della mostra
Boccanera si trova a Trento, il che la colloca inevitabilmente in un contesto provinciale. In passato però, prima che chiudesse la Galleria Civica, la città e tutta l’area circostante ha vissuto momenti di grande coinvolgimento nel panorama contemporaneo, ricordiamo Manifesta 7 nel 2008. Con la riapertura e  l’annessione della Galleria Civica al Mart di Rovereto, forse si conferma l’intenzione del polo museale trentino di dialogare con il territorio, gli abitanti e i visitatori. Come reagisce Boccanera?
«Alla recente iniziativa della Galleria Civica “Chiamata a raccolta. Collezioni private in mostra” ho aderito con immediato entusiasmo, ottenendo dai miei collezionisti numerose loro opere lì esposte.
Come galleria sostengo il valore di fare sistema attivandomi con opportune iniziative con le strutture pubbliche.  Così è avvenuto l’estate scorsa per l’apertura del MUSE (il museo di scienze naturali disegnato da Renzo Piano n.d.r.), Boccanera ha investito nelle attività di promozione dell’evento attraverso l’apertura di “Boccanera Pop-up” – una temporary gallery proprio davanti al MUSE – che attraverso la mostra “Big Bang” si  è adoperata come connettore per far dialogare fra loro il museo della scienza, la Galleria Civica di Trento (allora in restyling), il festival Drodesera della Centrale Fies, il MART e Boccanera gallery. Boccanera coglie l’opportunità per interagire con la vivacità delle iniziative, frutto del fermento culturale della società aperta, e favorisce l’interazione con le menti libere interessate a superare le limitazioni e le difficoltà operative che si frappongono tra pubblico e privato».
Walker Keith Jernigan, Reflectors: filling the void, vista della mostra
Durante i tuoi viaggi ti rechi nelle università e il tuo approccio è quasi quello di una galleria talent scout. Oltre agli artisti e ai curatori avvicini anche gli accademici, con loro come si sviluppa il rapporto?
«Premesso che la mia frequentazione nelle università mi offre l’opportunità di apprezzare la curiosità degli studenti, e la vitalità del dialogo con loro genera un interscambio di vivaci osservazioni. Gli accademici ne sono contagiati ed attratti. Da queste dinamiche si origina il ciclo virtuoso delle mie attività di studio visit e lo scambio culturale, artistico, lavorativo conseguente con gli accademici. Avverto come la mia frequentazione con gli accademici permette di sviluppare inattese indagini e percorsi formativi utili anche alle attese dei collezionisti, dei musei, delle fondazioni e degli altri interlocutori attenti all’arte contemporanea. La mostra inaugurata in galleria il 24 maggio del giovane artista americano Walker Keith Jernigan è frutto di uno degli ultimi studio visit fatto a Firenze alla Saci, università americana che promuove un programma biennale di Master in Studio Arts. Walker Keith Jernigan ha fatto qui in galleria una residenza di un mese, il risultato di questa è la mostra ‘Reflectors: filling the void’ curata da Daria Filardo curatrice indipendente e docente alla Saci, che segue il lavoro dell’artista».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui