23 luglio 2014

Riforma Franceschini? Una tombola di pasticci. Non le mandano a dire i Sindacati, che di nuovo stroncano il testo presentato dal Ministero

 

di

Dario Franceschini
Non le manda a dire il Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali Giuseppe Urbino, in merito alla riforma Franceschini sulla riorganizzazione del MiBACT. 
«Politici dilettanti che non sanno neanche che la nozione di patrimonio culturale già include quella di beni paesaggistici!», tuona Urbino, con Franceschini che viene tacciato di «incorporare la frenesia del pragmatismo renziano dove: tutto è cosa loro, il Paese, lo Stato e di conseguenza il MiBACT». 
Che la riforma avesse il passo svelto di Mister Renzi ce ne siamo accorti tutti, ma i Sindacati incalzano anche sul tema della chiamata diretta dei Dirigenti che occuperanno i posti dei sovrintendenti rottamati: «In questo modo hanno riaperto le “case chiuse” verso maldestri tentativi finalizzati alla privatizzazione selvaggia, o peggio ancora alla lottizzazione partitica».
Insomma, secondo Urbino la bozza del testo della riforma altro non è altro che un triste copia e incolla del testo presentato dall’ex ministro Bray: «sul territorio periferico vi sarà una vera e propria babele, in quanto si prevedono addirittura ben cinque figure (soggetti) di “raccordo”» e in più i Dirigenti a capo del nuovo Polo Museale Regionale di seconda fascia, sono chiamati a coordinare i Dirigenti di I fascia.
Un brogliaccio senza capo né coda, sempre secondo Urbino, che pone l’accento anche sulla problematica della “gestione” delle Relazioni sindacali a livello territoriale, sul personale e sull’organizzazione del lavoro, «poiché non emerge alcuna chiara competenza su chi dovrà amministrare in diverso modo il personale».
Anche lo spettacolo non è escluso dall’invettiva dei Sindacati Franceschini: «un mese fa il Ministro aveva firmato i D.M. per erogare i contributi dove c’è scritto chiaramente che le Commissioni Spettacolo, non sono presiedute dal Direzione Generale Spettacolo e ora nel DPCM compare invece che le Commissioni sono presiedute dalla Direzione Generale dello Spettacolo». Insomma, un bel pasticcio secondo l’ente che ha come compito quello di tutelare le categorie produttive dei Beni Culturali. 

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