08 ottobre 2014

Programma “buona scuola”, con arte e musica. La Confindustria stoppa: “Meglio l’informatica”. Ma cosa serve davvero ai giovani del Paese?

 

di

Matteo Renzi
Tutto è partito da quella che è una campagna di ascolto, in attesa delle successive riforme. Stavolta parliamo de www.labuonascuola.gov.it, portale che rimanda a una serie di questioni legate all’istruzione e, quindi, relative alla crescita del Paese. 
Fino al 15 novembre chi è interessato potrà compilare un questionario sul futuro dell’Italia, passando attraverso le materie insegnate, “Perché il Paese ci aiuti a migliorare le proposte, a capire cosa manca, a decidere cosa sia più urgente cambiare e attuare. Perché per fare la Buona Scuola non basta solo un Governo”, si legge sul sito.
Ebbene, fino a qui tutto a posto, anzi, tanto di cappello che si provi a partire dal basso per una “consultazione”, (anche se Renzi in un paio di mesi di messa online del sito voleva raggiungere 150mila compilazioni del questionario, mentre pare che abbiano lasciato le loro idee solo in poche migliaia di utenti), ma ora ci si è messa di mezzo la Confindustria, che in risposta al documento “La buona scuola” pubblicato da Renzi, lancia le sue “100 proposte per la crescita” che si riassume in quatto punti fondamentali: innovazione, alternanza scuola-lavoro, valutazione e merito. 
E soprattutto, l’idea che sulle materie insegnate debba abbattersi una nuova scure: se Renzi aveva promosso le ore di Arte, Musica e Sport (o comunque le comprendesse in toto nell’offerta formativa), l’Associazione degli industriali frena: arte o musica? Macché! Inglese e informatica. Ci risiamo. L’aziendalizzazione dell’Italia, come un mantra scoppiato, continua a incalzare. A prendere queste parti, durante la presentazione del programma alla LUISS di Roma, Ivan Lo Bello -vice presidente per l’Education di Confindustria- che ha parlato di una «scossa educativa per rilanciare la scuola anche attraverso sviluppo industriale, crescita, innovazione. Fondamentale investire nella formazione, soprattutto quella professionale, per aiutare i giovani a non rimanere un passo indietro rispetto ai coetanei degli altri Paesi». Sembra davvero che, per qualcuno, il futuro del Belpaese passi ancora per la formazione dell’omologazione dei giovani. Senza arte, né parte. 

1 commento

  1. L’informatica non è contro l’arte o la musica, ma anzi è il mezzo tecnico per meglio insegnarle e impararle. Piuttosto, sono i licei artistici che aspettano di tornare a essere più professionalizzanti, di riavere il senso del loro ruolo formativo nelle discipline di indirizzo più diverse e non essere più svuotate di significato come accade a tutt’oggi.

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