20 ottobre 2014

Ventuno artisti, da Mendini a Boeri passando per Elio Fiorucci: tutti alla Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano. Ecco il progetto

 

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Il progetto di Uncut Studio, ph: Catalano SGP
È stata presentata oggi alla stampa la nuova Casa Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano. Diretta dal Professor Luca Bernardo, entusiasta del progetto, la struttura riapre dopo un intervento di restauro, durato un anno e mezzo, che ha visto il nuovo reparto prendere forma grazie al contributo sia del pubblico sia dei privati, una tipologia di collaborazione completamente nuova in Italia per una struttura del genere. Sono stati realizzati ambienti di alta funzionalità e nuovissima visione, ma anche accoglienti: un posto dove sentirsi il più possibile a casa, pensato per offrire la migliore accoglienza a tutti i bambini e ai ragazzi che li vivranno. Una concezione del benessere a tutto tondo è quindi quella che sta alla base di questo progetto: sofisticata tecnologia, luci particolari pensate per i pazienti neurologici, e impianti all’avanguardia sposano qui il progetto sostenuto e promosso da Donata Berger: Arte come Terapia. 
Ventuno artisti sono stati chiamati a raccolta, coordinati da Margherita Sigillò, per decorare gratuitamente 16 pareti delle 18 stanze presenti nella struttura e alcune parti comuni del reparto, dando vita a un luogo non solo colorato e allegro per i suoi ospiti, ma anche unico nel suo genere in cui vere e proprie opere d’arte realizzate ad hoc convivranno con bambini e famiglie durante le degenze. Arte da toccare, da esplorare, da osservare fino a scoprire particolari nuovi giorno per giorno, che stimoli la fantasia, l’immaginazione ma soprattutto l’allegria e che porti i bambini che qui risiederanno a scoprire un mondo di fiabe e sogni, robot lunari, dinosauri rosa, gnomi, orsi, cerbiatti e animaletti della giungla. Certamente i grandi nomi di alcuni dei creativi che hanno partecipato serviranno da richiamo per quelle che ci si augura essere le future donazioni da parte di molti privati, ma l’escamotage di molti artisti di utilizzare grandi stampe su carte da parati ha forse fatto perdere un po’ di vista la genuinità del progetto che invece si intravede in chi, seppur con qualche autentica sbavatura, si è sporcato le mani e, armato di pennello e secchio di vernice, ha dato vita giorno dopo giorno alla propria opera. Ed è proprio in quei disegni che escono dai contorni, con la colatura del colore, con le piccole differenze dei particolari, che traspare tutto l’impegno e il tempo che gli artisti hanno investito in questa nobile causa, da Matteo Guarnaccia a Federica Perazzoli che ha dato vita a un’intera foresta, da Samuele Menin con il suo celebre Ciamuele a Marianna Bussola, da Maurizio Zorat con  coloratissimi robot giocosi nello spazio stellare, fino ai giovanissimi Uncut, trio milanese che con la propria decorazione ha quasi sfondato lo spazio della parete in una dimensione del tutto fantastica popolata da minuscole faccine. Tra Alessandro Mendini, Elio Fiorucci, Paolo Dell’Elce, Gianni Veneziano solo alcuni dei grandi nomi che hanno invece preferito giocare in casa e proporre i loro cavalli di battaglia tra funghetti, esseri di fantasia, omini che camminano e grandi soli arancioni. Un’iniziativa senza dubbio esemplare, che sarà da esempio per la città di Milano e per la qualità della gestione delle strutture pubbliche, ma che soprattutto introduce il concetto di estetica come parte importante della garanzia del benessere, e che finalmente porta alcuni pezzi d’arte fuori da musei e gallerie, direttamente nella casa dei più piccini, perché è questa sensazione di accoglienza la prima e fondante suggestione che si è ritenuto opportuno comunicare. (Elisabetta Donati De Conti)

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