30 ottobre 2014

La cultura senza capitale? Un modello tutto italiano. Se ne parla al MAXXI, e di nuovo Dario Franceschini sceglie la platea del contemporaneo

 

di

Leondardo, Monna Lisa, 1503-1514

Ancora sull’inganno, se così si può definire, della cultura in Italia. Ancora sul filo della “religione” per il patrimonio o della sua svendita come “petrolio” sul mercato di un turismo senza filtri. E senza religione.
È un dibattito eterno quello che nel libro di Simone Verde Cultura senza Capitale ritorna ad affacciarsi, e che tenta di sradicare anche l’idea che più la cultura è “alta” e più è inutile o, al contrario, è utile nella misura in cui riesce a fare cassa. 
Eppure lo “stato culturale”, diversamente dai modelli francese e americano, dove Parigi, Washington e New York sono vere città della cultura, è un’invenzione moderna con radici italiane, ma poi, dal canto nostro, mancano le infrastrutture per promuoverla, tutelarla e “amarla” questa grane cultura, e così il settore vive di una strana indifferenza.
Ad accompagnare Verde, filosofo e storico dell’arte, attualmente responsabile di ricerca scientifica e pubblicazioni per France-Muséums/Louvre Abu Dhabi, nella sua presentazione al MAXXI, domani sera a B.A.S.E., non solo saranno la Presidente Giovanna Melandri, ma anche il giornalista, politico e storico contemporaneo Andrea Romano e il Ministro Dario Franceschini, che per la seconda volta in pochi giorni (dopo il Madre di Napoli), varca un’altra soglia del contemporaneo in Italia. Idee? Secondo Simone Verde che la cultura italiana, i suoi beni e le sue attività vengano investiti da una “rigenerazione” per farsi promotori di un nuovo progetto di modernità e diventare finalmente volano per l’innovazione e lo sviluppo. Aspettiamo il verdetto di Franceschini, anche a margine della recente vittoria di Matera come capitale europea della cultura e della volontà di dirottare i turisti stranieri in Italia per Expo anche verso il Sud del Paese, come annunciato al forum del turismo di Napoli. 

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