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Gli stolti scaramantici possono abbandonare immediatamente queste righe. Chi invece riesce a vedere nei cimiteri il loro potenziale di luoghi della cultura allora può fermarsi. Dopo Milano, con la rilettura dell’Orfeo al Monumentale, anche Roma riscopre la cultura tra le tombe del Cimitero del Verano, il Flaminio di Prima Porta, l’Acattolico e il Laurentino, facendo ripartire il progetto I Luoghi della memoria, ideato vent’anni fa dall’allora Assessore alla Cultura Gianni Borgna.
L’idea viene dall’attuale Assessorato alla Cultura, che domenica porterà in questi luoghi una serie di piccoli eventi di musica e teatro realizzati dal Conservatorio di Musica di Santa Cecilia, dalla CorAle Femminile Aureliano e l’Accademia nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, che leggeranno una serie di brani tratti da Le Metamorfosi di Ovidio.
«Credo che tornare dentro i cimiteri con le voci e le parole del teatro, con gli strumenti e le note della musica sia un modo per cercare una condivisione, un sentimento comune (laico o religioso che sia) per ricordare con serenità e profondità. Questa dei Luoghi della memoria è una bella idea venuta ad una persona sensibile e colta come Gianni Borgna quasi vent’anni fa. Ora Gianni non c’è più e lo ricorderemo al cimitero Acattolico del Testaccio dove riposa», ha dichiarato l’Assessore Marinelli. Per Gianni Borgna, infatti, accanto alla sua tomba al Testaccio, l’attore Roberto Herlitzka leggerà alcuni brani di Pier Paolo Pasolini e dello stesso ex Assessore capitolino, che tanto lavorò per l’offerta culturale della città all’epoca del suo mandato.
Parole e musica, comunque, anche per tutti i romani e non che andranno negli altri campisanti, come abbiamo indicato poco sopra. In tutti i luoghi le celebrazioni inizieranno intorno alle 11, tranne che al Montello, dove dalle 3 del pomeriggio si potranno ascoltare i canti Ovidiani messi in scena grazie ai ragazzi della D’Amico. Un altro passo per tentare di tornare a una “Roma Capitale” anche in fatto di cultura. Stavolta senza grandi proclami, in silenzio, per rendere magici anche luoghi che da sempre – in molte altre città – non sono solo meta dei familiari dei cari estinti, ma anche di turisti.