27 febbraio 2015

Italia che vince. Studio Archea in finale al premio Mies van der Rohe 2015, per l’architettura contemporanea d’Europa

 

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Sono cinque finalisti: il Ravensburg Art Museum di Lederer Ragnarsdóttir Oei, in Germania, il Danish Maritime Museum di BIG – Bjarke Ingels Group, a Helsingør, la Philarmonic Hall di Szczecin, in Polonia, di Barozzi / Veiga, e lo Saw Swee Hock Student Centre, LSE, a Londra, degli irlandesi O’Donnell + Tuomey. Ne manca uno? Studio Archea, italiano, fondato a Firenze nel 1988 da Laura Andreini, Marco Casamonti e Giovanni Polazzi, che oggi è un network di oltre 80 architetti, operativi in sei differenti città – Milano, Roma, Pechino, Dubai, San Paolo e, appunto, Firenze. Parliamo del Premio Mies Arch 2015, che allo studio italiano è valso – almeno per entrare in finale, ma già questa è una conquista, considerati i vincitori delle scorse edizioni – con la Cantina Antinori, di San Casciano Val di Pesa, aperta al pubblico nel 2013 e dove attraverso l’architettura, d’accordo con la committenza, lo studio fiorentino ha messo a punto una “valorizzazione del paesaggio e del territorio circostante quale espressione di valenza culturale e sociale dei luoghi di produzione del vino”. La giuria internazionale visiterà le singole opere nel corso dei prossimi mesi, mentre la premiazione è fissata per l’8 maggio al Mies van der Rohe Pavillion di Barcellona. In palio 60mila euro per il vincitore assoluto, e 20mila per il migliore progetto. 

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