25 maggio 2015

Il “Piano” di Milano che si conferma un successo. E la città torna a suonare diffusamente, per tutti

 

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Più di 300 eventi in tre giorni, in un’infinità di location di Milano, tra cortili, case private e anche musei, con la Galleria d’Arte Moderna e il PAC e il parco Palestro trasformati in “Piano Center”, cuore pulsante dell’iniziativa.
Stiamo parlando, infatti, di Piano City, che per l’intero week end ha coinvolto la città in una maratona di note che, nonostante il meteo incerto, non ha fermato nessuno. Lo si è visto dal numero dei partecipanti, ancora non comunicato in via ufficiale, ma che attraverso i social network ha dato prova di una compattezza e di un “amore” decisamente sopra le righe (anche delle sette note), affollando gli spazi con l’orecchio teso e incantato per i concerti. Sono stati in molti che, infatti, hanno postato foto con l’ironica frase “E meno male che la cultura non interessa a nessuno”, visto che i pienoni sono stati ovunque. E ieri, anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, anche le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo non solo hanno proposto l’ingresso gratuito alla mostra “La Grande Guerra. Arte Luoghi Propaganda”, ma si è suonato anche nel cortile di via Verdi, con un concerto dedicato alla ricorrenza. E poi alla Darsena, nelle Cascine, con la “Musica Stellare” al Planetario e oltre 80 ospiti, tra qualche annullamento, con l’apertura di Hauschka che ha dichiarato: «La mia musica è fatta di paesaggi. E quello di Milano è un mix tra storia e contemporaneo».
Una maratona che si conferma per il quarto anno consecutivo come il biglietto da visita di una città che, oggi più che mai sul “piano pubblico”, e scusate il gioco di parole, ha dimostrato di aver parecchio da dire. Anzi, da far sentire.

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