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Pare che gli autori siano stati un collettivo svizzero di artisti e squatter denominato “Atopie”. Che hanno fatto? Hanno eretto un muro davanti all’ingresso del Museo di Arte Contemporanea di Basilea. Un’opera raffazzonata, che in pochi minuti è stata abbattuta ma, cosa più singolare, nessuno ha denunciato l’accaduto. Secondo il portavoce del museo, Michael Mathis, il museo ha identificato l’episodio come un’opera d’arte clandestina.
Atopie, che ha recentemente organizzato una serie di mostre e conferenze in una proprietà abbandonata nel centro della città svizzera, che è stata successivamente chiusa ed evacuata dalla polizia, non ha rivendicato l’azione, anche se dalla pagina facebook è evidente l’implicazione, in diverse foto che ritraggono ragazzi intenti a mettere insieme i mattoni. La mission politica? “Più spazio per la società, la cultura, e gli stili di vita alternativi, per esistere senza consumismo nel consumismo”. Sarà.
Bel lavoro a testimoniare che il museo non può essere il luogo dell’arte: lo dicevano già i futuristi e tanti dopo di loro, lo so, ma ancora oggi siamo allo stesso punto.
Certo che chi l’ha fatto dovrebbe anche informare circa prassi alternative più vive