01 agosto 2015

Il grande Umberto Eco non si smentisce: ringrazia i ministri ma da Expo dichiara: “La bellezza non salverà affatto il mondo”. Ma almeno aiuta a comprenderlo

 

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Da uno come il prof. Eco non ci aspettavamo di certo un intervento blando. E infatti, stamattina, la sveglia al Forum Internazionale dei Ministri della Cultura è stata sonora: “La bellezza non salverà affatto il mondo”.
Ecco qui, un bel colpo assestato che guarda in faccia alla realtà dei fatti, traccia illustri “precedenti” e spezza l’ipocrisia dell’arte come unione di popoli e salvezza, manco fosse una dottrina. 
Ha giudicato ottimistiche le posizioni di Renzi, e dunque anche di Franceschini e Bokova, ma Eco ha anche affermato che lo studio della bellezza di altri stati e altri popoli può essere utile almeno per capire il perché di alcuni conflitti. Forse, nell’ipotesi migliore, anche per evitare la distruzione sistematica delle opere del “nemico”.
Ma sono orizzonti ancora lontani, anche perché non è detto che tutto sia mosso dall’ignoranza, anzi: «Il dottor Goebbles era un uomo coltissimo e questo non gli ha impedito di gasare sei milioni di ebrei. Ci sono stati grandi criminali che collezionavano quadri: la cultura dell’arte può servire un pochino, ma non salva le sorti del mondo».
La solita voce fuori dal coro? Niente affatto: Eco, non perde un minuto per un plauso al lavoro svolto in questa occasione, e ricorda la sciocca affermazione di Tremonti di qualche anno fa, quella per cui “con la cultura non si mangia”: «Quelle affermazioni sono prive di senso, perché in molte nazioni i beni culturali costituiscono un incremento per l’economia delle città. Non è una questione solo economica: la cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto». E sul finale un grazie accorato ai Ministri, così tanti e così uniti, per un “lavoro comune”. E per il bene di tutti. Ma stavolta, per favore, fate presto davvero! 

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