01 dicembre 2015

La posizione del Forum dell’Arte Contemporanea sul “Piss Christ” di Serrano. Ovvero come non bisognerebbe cedere di fronte al cieco bisogno “popolare” della censura

 

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Il comitato del Forum dell’Arte Contemporanea di Prato prende posizione. E lo fa “contro” il direttore del Photolux Festival di Lucca, Enrico Stefanelli, che nei giorni scorsi aveva fatto discutere per la scelta di non esporre Piss Christ di Andres Serrano, foto-scandalo firmata scattata nel 1987 (che raffigura appunto un crocifisso immerso in urina) che nella cittadina toscana aveva trovato forte disappunto. 
E così via, non in mostra, per evitare di rendere un’ottima manifestazione in un groviglio di polemiche, che avrebbero tolto l’attenzione agli altri protagonisti. 
“Ci sembra necessario e urgente prendere una posizione rispetto ai fatti di Lucca: il lavoro di Serrano è stato impiegato per alimentare una polemica ideologica e religiosa, dimostrando un’inadeguatezza culturale rispetto ad un’opera ormai storicizzata, considerata da molti simbolo di libertà di espressione. Il Forum ritiene necessario evidenziare la natura ambigua di dinamiche come questa, che esprimono la volontà di una minoranza e non il senso comune, e laico, della collettività. A questo si aggiunge l’apporto dei media, che spesso si soffermano solo sulla valenza scandalistica della censura/autocensura, strumentalizzandola e portando il pubblico ad una percezione falsata delle problematiche affrontate”. Ecco, in chiaro, il messaggio, lanciato da Ilaria Bonacossa, Alessandra Casadei, Fabio Cavallucci, Antonella Crippa, Anna Daneri, Pietro Gaglianò, Cesare Pietroiusti, Pier Luigi Sacco, Silvia Simoncelli, Chiara Vecchiarelli. Il tutto supportato (e come non potrebbe essere altrimenti) della lezione dello stesso artista, cattolico: Piss Christ non è una immagine dissacrante, ma il riappropriarsi dell’iconografia religiosa evitando ogni estetizzazione della crocifissione. Non lo svilimento dell’icona quindi, ma un suo rinnovamento volto a rappresentare l’aspetto doloroso e respingente della morte di Cristo: l’impiego dell’urina rievoca infatti il sangue come liquido organico simbolo del martirio e del sacrificio corporeo della divinità.
L’auspicio? “Una maggiore presa di responsabilità da parte delle istituzioni, che devono favorire strumenti di tutela e protezione nei confronti di artisti e opere, e una necessaria riattivazione di una coscienza critica come strumento di approfondimento”. A futura memoria?

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