14 febbraio 2016

Bologna rilancia i suoi musei universitari: nuovi allestimenti e collezioni visibili a tutti. Con la riqualificazione di via Zamboni

 

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Che Bologna sia bella, ricca di cultura e un po’ “abbandonata” a sé stessa per anni è stato sotto gli occhi di tutti. Chissà che invece il piano per riportare in luce i Musei Universitari del capoluogo non possa portare un nuovo spolvero alla “Dotta”.
A far da apripista è stato un report del Prof. Roberto Balzani, da poco presidente dello SMA (Sistema Museale d’Ateneo), approvato dal rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini.
L’intenzione? Quella di portare a comuni cittadini, e dunque a tutti i visitatori possibili, il tesoro accumulato e realizzato nei secoli delle varie personalità che si sono susseguite nell’ateneo emiliano, rendendolo uno dei più prestigiosi del mondo.  
Le 14 collezioni saranno così traslocate in spazi fruibili anche da un pubblico diverso da quello di ricercatori e studiosi, aggiungendo anche un nuovo allestimento e nuovi servizi e orari come musei “normali”.
«Il primo step, assai delicato, sarà una discussione interna all’Ateneo sulla logistica, la gestione e il tema scientifico», ha spiegato Balzani, per non snaturare tutti questi luoghi raccolti in poche decine di metri, dal Geologico allo Zoologico, dall’Antropologico al Museo delle Cere (foto), fino ai musei di Fisica, di Mineralogia, di Chimica o di Anatomia Comparata o il più famoso Museo di Palazzo Poggi che da alcuni anni si incontra con l’arte contemporanea durante Art City. 
Infine, anche tutta via Zamboni dovrebbe vedere un lifting, grazie a Comune e ad altre associazioni. Cercando più risorse (visto che i musei universitari ricevono qualcosa come 200mila euro l’anno – e poi ci si lamenta se sono polverosi) e aumentando le presenze. E forse biglietti. 

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