30 maggio 2016

Fino al 30.VI.2016 Jan Knap Duetart, Varese

 

di

Jan Knap espone alla galleria Duetart di Varese, che per l’occasione riapre i battenti, dopo un anno sabbatico, nella nuova sede di Via Albuzzi 27. In mostra una decina di dipinti recenti che confermano il lavoro dell’artista, attivo ormai dagli anni ottanta con una sorprendente coerenza. I soggetti di ispirazione religiosa della pittura di Knap, uniscono in una singolare commistione temi arcaizzanti della Madonna in Maestà, santi, San Giorgio e il drago, un profuso diffondersi di amorini e angioletti, a scene di una quiete familiare domestica. Il nitore del disegno, la compattezza e sostanziosa voluminosità delle forme è armoniosamente compenetrata dalla festosa vivacità del colore che immerge le figure, i paesaggi vellutati, le architetture e gli interni, in una atmosfera limpida di splendore sorgivo, di inaudita purezza. Il soggetto classico della sacra maternità, con le figure infantili sull’erba alla presenza della donna – a tratti anche dell’uomo – verrà sviluppato da Knap in innumerevoli varianti, tanto da costituire il tema principale della sua iconografia. Si esprime qui uno stato tanto simbolico quanto realistico di un evento di comune e universale quotidianità: l’aprirsi a una contemplazione pacificata, quell’attimo in cui la vita priva di turbativa o finalità, pare ritrovare una perfetta armonia fiorita nella luce del sole, in uno stato di grazia che unisce le cose e le pervade. 
Sembrerebbe dunque ravvisare nel pittore Jan Knap, operante in questa epoca così  tormentata, tutti gli indizi del mistico, dell’anima bella che chiusosi nella purezza del suo sogno edenico, dipinge con felicità e innocenza. Possiamo invece ravvisare nell’opera di questo singolare artista, una radicale novità, che ne fa qualcosa di più di un unicum, di un bizzarro naïf, accomunandolo per elezione ad alcuni artisti indipendenti di varie nazionalità e generazioni. Oltre ai compagni di strada Milan Kunc e Peter Angermann, con cui Knap aveva negli anni 70 dato vita al gruppo Normal,  ricordiamo Salvo, da poco scomparso, Lorenzo Bonechi, l’islandese Helgi Fridjonsson, ma anche un certo aspetto del lavoro poliedrico di Luigi Ontani. Già dai primi anni Ottanta (sulla onda di una ripresa generalizzata della figurazione) costoro avevano intrapreso una nuova ricerca, centrata sulla scommessa più difficile di ritrovare i valori universali della pittura, espressi dai rapporti armonici di forme e colori: quel fondamento estetico di una bellezza intesa come equilibrio, energia e organicità, proprio di ogni tempo. Bellezza tenuta viva nelle tradizioni più antiche dalla sapienza dei maestri, ma progressivamente accantonata nella nostra cultura sin dal Rinascimento, per valorizzare invece l’aspetto iconografico rappresentativo, illusionismo naturalistico, idealismi e psicologismi. 
Jan Knap, Senza titolo, 2016 cm 90X130
Ma questa consapevolezza della necessità di porre in evidenza i valori formali quale verità estetica, era già presente nei primi maestri moderni, tanto da spingere Kandinskij alla radicale eliminazione degli elementi simbolici dell’immagine per approdare, con l’astrazione, a una pura musica visiva; subito dopo fraintesa dalle analisi critiche del linguaggio e da quell’ossessiva corsa al primato del “nuovo” che ha caratterizzato l’arte del novecento. 
Se dunque per un certo verso vi è certamente in Knap la ripresa di una tradizione espressiva, è importante ribadire che ciò non risente di alcuna nostalgia classicista. È una svolta radicale di un’arte che sta uscendo dagli schemi cristallizzati dell’arte di oggi, gravati da un eccessivo dinamismo linguistico, per ritrovare pienezza e verità di espressione, ribaltando i vecchi principi di significazione. Tale ribaltamento del senso appare evidente per una singolare commistione tra tensioni astratte, che infondono nei dipinti di Knap uno splendore inconsueto, e una figurazione illustrativa, così vicina a leziose immaginette infantili, da risultare a tratti imbarazzante, stridente con l’impegno di una tecnica ragguardevole. Insolita compenetrazione tra splendore astratto e figurazione stereotipata, che crea in chi guarda, una sorta di congestione della volontà; da una parte attraendo la sensibilità e i sentimenti, dall’altra respingendo le ragioni di un gusto abituato a dividere il serio dal giocoso, l’elegante dal buffo, l’impegno intellettuale dall’ingenuità dei sentimenti. Tale effetto, spiazzante, pungente, a tratti sgradevole, può portare l’osservatore, superata una prima reticenza, ad una particolare sublimazione estatica e ad un nuovo livello di coscienza, commisto di alto e di basso, di ideale e sensuale, commovente e satirico. Processo di unificazione volto a recuperare un’unità umana e spirituale, quell’unità di cielo e terra che l’amorevole opera di Jan Knap, tra paesaggi incantati, teneri animali, giocattoli, angioletti e santi, ci suggerisce con la luminosità di questa mostra.
Nicola Vitale                                                   
mostra visitata il 3 maggio
Dal 28 aprile al 30 giugno 2016 
Jan Knap
Duetart-  Via Albuzzi 27, Varese
Orari: Su appuntamento.
Info: 338 8543653, www.duetart.cominfo@duetart.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui