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L’Indiana University e gli Uffizi hanno iniziato a collaborare per un progetto ambizioso che sarà disponibile al pubblico entro il 2020: digitalizzare tutte le statue greche e romane della collezione del museo fiorentino, circa 1250 pezzi distribuiti tra la Galleria, Palazzo Pitti e i giardini di Boboli. I dottorandi dell’università americana hanno già iniziato a fotografare e digitalizzare le sculture, che verranno ricreate in 3D e ricostruite con tanto di colorazioni originali. Solo pochi anni fa un’operazione del genere sarebbe stata impensabile: per digitalizzare il gruppo scultoreo del Laocoonte dei Musei Vaticani, nel 2006, ci erano voluti un anno di lavoro e 25 mila dollari. Molto strada è stata fatta nel campo, in un solo giorno gli studenti dottorandi sono riusciti a digitalizzare ben otto sculture.
Recentemente la digitalizzazione delle opere ha fatto parlare di sé come soluzione ai pericoli che corre l’arte soprattutto nelle zone di guerra mediorientali, come insegna la tragica storia del sito archeologico di Palmira. L’archivio fungerà da “copia di backup delle sculture e allo stesso tempo renderà disponibile migliaia di opere al pubblico di tutto il mondo. (Giulia Testa)
Fonte: The New York Times