21 giugno 2016

LA LAVAGNA

 
Uniti e uguali in un bacio, 24 volte
di Annamaria Serinelli

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I manifesti sui muri, in città, non fanno quasi più rumore e, specialmente nel periodo delle campagne elettorali, siamo abituati a non soffermarci a guardarli, sapendo già che cosa vogliono comunicare. Ma quante volte possiamo evitare di notare l’immagine di un bacio, quando ce la troviamo di fronte? Lo stesso momento in coppie diverse, ripetuto eppure unico, emerge, vivo e reale, dalle foto che sono state affisse in queste ore sui muri di alcune strade di Roma: una serie di manifesti che appare come una gigantesca pellicola fotografica srotolata sul muro, in bianco e nero, dove vengono ritratte coppie gay, etero, e una donna, sola, che inaugura, e forse genera, la sequenza. Così, questo percorso fatto di immagini appare, tra le altre vie, anche sulla trafficata via Tiburtina nel quartiere San Lorenzo, lungo le mura di Villa Mercede, svoltando poi in via dei Marrucini, divenendo parte del contesto urbano, tra graffiti, immagini sacre, negozi e locali in piena attività.
Gianluca Vassallo, Shoot me Orlando
Si tratta del progetto “Shoot Me! – a guerrilla art in response to the massacre in Orlando”, realizzato dall’artista multimediale Gianluca Vassallo (1974), di origini sarde e attivo in Italia e all’estero. L’opera ha preso vita nella notte tra sabato 18 giugno e domenica 19 giugno, a una settimana esatta dalla tragedia avvenuta a Orlando (Florida), presso il night club gay “Pulse”, per esprimere solidarietà verso le vittime, e ribellione ed opposizione nei confronti di violenza ed omofobia. Il progetto si compone di 24 scatti di baci assieme alla fotografia di una giovane madre, e il titolo, “Shoot me” richiama più significati: fotografami, puntami, colpiscimi… sparami. 49 infatti sono le vittime della sparatoria, e ognuna di esse è simbolicamente rappresentata dalle persone che si sono offerte di comparire in questi scatti, dove il bacio è l’immagine dell’amore che si contrappone alla violenza subìta. I luoghi in cui sono state raccolte le immagini sono tre: Firenze, Milano e Roma, tra il 16 e il 18 giugno. Non solo una serie di manifesti, dunque, ma una manifestazione collettiva di solidarietà, come quelle che si sono svolte nelle piazze di tantissime città del mondo subito dopo la notizia della strage. Per questo, acquista ancora più valore un’opera pensata, a distanza di sette giorni, per ricordare ancora e per far presente, proprio tra le vie più attive della Capitale, l’importanza dell’affermazione della libertà di amare, di esistere e di avere uguali diritti, che non si fa intimorire dall’odio.
Gianluca Vassallo, Shoot me Orlando
La forza di un gesto delicatissimo come un bacio, rappresentato non solo come espressione di affetto, ma anche suggello di unioni di rilievo politico e storico, è ben nota in arte, ed è simboleggiata in una celebre opera, il murales che ritrae il bacio fraterno del 1979 tra il segretario del Pcus, Leonid Il’ič Brežnev ed il segretario generale del Comitato Centrale del Partito di Unità Socialista di Germania, della Germania Est, Erich Honecker. My God, Help Me to Survive This Deadly Love (1990), venne dipinto sul Muro di Berlino da Dmitri Vrubel, ed è stato citato da Gianluca Vassallo sulla propria pagina Facebook, pochi giorni prima della realizzazione del suo progetto, per iniziare a presentarlo. Nel caso di un’opera come “Shoot me”, l’arte riesce a dare un valore storico e politico a un momento privato di solito circoscritto alla coppia; ma soprattutto, è in grado di ridare umanità alla politica e alla storia, ed essere una fonte di unione di fronte ad avvenimenti, quali quello di Orlando, che possono lasciarci momentaneamente sgomenti e senza parole, ma non devono mai privarci della speranza e della forza di difendere i diritti di tutti e reagire.
La galleria completa delle fotografie di “Shoot me!” si trova al link del progetto: www.shootmeorlando.com

Annamaria Serinelli

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