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Sempre più spesso i musei usano le ricerche di mercato per coinvolgere il pubblico ed evitare di deludere le aspettative dei visitatori. Le grandi istituzioni hanno iniziato a servirsi dei focus group per aggiustare il tiro sul programma espositivo e sulle singole mostre.
Il Minneapolis Institute of Art prima di presentare “Martin Luther: Art and Reformation” (dal 30 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017) ha ascoltato il parere di sei gruppi di persone, due formati da luterani, due da non credenti e due composti da fedeli di altre religioni. Questo metodo di indagine ha sollevato alcune critiche, soprattutto tra chi crede che le ricerche di mercato incoraggino i musei ad agire secondo convenienza e profitto, trattando le persone come clienti e non più come visitatori. Un fatto che potrebbe spingere i curatori a preferire artisti più famosi solo perché più popolari tra il grande pubblico. Secondo altri invece le istituzioni museali non dovrebbero più ignorare l’opinione dei fruitori, continuando a proporre mostre pensate e realizzate per la gente del settore. (Giulia Testa)
Fonte: The Art Newspaper