25 luglio 2016

Una Fondazione per Pinuccio Sciola. La Sardegna ricorda l’artista cagliaritano, dando alla luce la sua istituzione

 

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A San Sperate, piccolo centro nel cagliaritano dov’era nato, aveva realizzato una grande quantità di murale, ma Pinuccio Sciola, scomparso a Cagliari, non era rimasto confinato in Sardegna: dopo l’istituto d’arte studiò all’Accademia di Salisburgo dove seguì i corsi di Luciano Minguzzi, Ernst Ludwig Kirchner, Oskar Kokoschka, Emilio Vedova e Herbert Marcuse, mentre negli anni ’70 fu a Città del Messico con David Alfaro Siqueiros e fu proprio da quell’esperienza che iniziò a trasformare il suo paese natale in un museo a cielo aperto. Poi venne la scultura sonora per la Città della Musica a Roma, in collaborazione con Renzo Piano, e nel 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo nominò Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, mentre nel 2015, al Marmorac di Verona, viene insignito del “Premio Donne del Marmo 2015” per l’importante contributo dato alla storia della scultura.
Oggi Pinuccio Sciola, recentemente scomparso, vivrà di nuovo nella sua Sardegna con una Fondazione istituita dai tre figli e a cui il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, ha assicurato massima attenzione e impegno da parte dell’istituzione. 
Una nuova “opera”, forse la più complessa, per incarnare i progetti, lo spirito di apertura, ospitalità, condivisione e rispetto della natura e delle persone che sono stati i valori caratterizzanti la vita dello scultore. “Continuare a tramandare il messaggio di Pinuccio Sciola, tenendo vive e promuovendo le attività, i contatti e i progetti che l’artista ha costruito e sostenuto nel corso della sua vita”, si legge nell’annuncio, partendo dalla casa dello stesso Sciola e da alcune delle opere più importanti, messe a beneficio dell’istituzione. E chissà che non si riesca a realizzare con il contributo di enti, istituzioni e persone, il più grande sogno dell’artista: una scultura lunga 240 chilometri che possa unire l’intera Sardegna attraverso l’integrazione di opere di spessore internazionale lungo la Strada Statale 131 Carlo Felice. In bocca al lupo. 

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