05 agosto 2016

A TEATRO/LA BIENNALE

 
Vi portiamo in Biennale dove abbiamo visto l'ultima fatica di Romeo Castellucci
di Giulia Alonzo

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Quale etica assume l’uomo nei confronti della tecnologia e dei dispositivi che accompagnano il quotidiano? La questione scienza-etica è da sempre spinosa e la fenomenologia è in costante divenire. Romeo Castellucci e la Societas (nuovo nome adottato dalla ex Socìetas Raffaello Sanzio) presentano alla Biennale Teatro 2016 di Venezia la sintesi di tre anni di studio e di prove, iniziate con Biennale College 2013, portando in scena Ethica, natura e origine della mente
Un breve corridoio buio e per tornare alla luce, ovvero entrare nella sala del Teatro delle Teste dei Soppalchi, si deve passare attraverso la sagoma di una donna. Un parto che conduce al bianco della sala che si presenta come una grande incubatrice vuota e priva di sedute.
Guardando in alto, una donna si regge a un filo con la sola forza di un dito: Silvia Costa in abito lungo verde è appesa a quattro-cinque metri di altezza, ansima e muove la testa stanca, in bilico sopra gli astanti, determinata a rimanere appesa. E poi un cane, grande e peloso che scorrazza sbavando in cerca di croccantini e carezze. 
Tra le due “entità” inizia un dialogo: lei è la Luce; lui, il cane, ha un microfono incorporato e prima miagola e poi si svela come Telecamera.
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Arriva una terza voce, sfalsata e irreale, composta dapprima da fantasmi che si intravedono dietro la sagoma di donna che ci ha partoriti, e man mano si trasformano diventando corpi nudi e sinuosi: è la Mente, entità dispensatrice di conoscenza, l’unica che si manifesta come apparizione. 
La conoscenza è dunque elemento intangibile (e non quantificabile), incapace di manifestarsi e di apparire attraverso un corpo (se non nel momento in cui le altre due si annullano e/o si spengono) e solo come ombra. 
Partendo dal secondo libro di Spinoza Della natura e dell’origine della mente, Castellucci allarga il discorso duale Mente-Corpo inserendo l’elemento tecnologico, oggi imprescindibile in quanto protuberanza del corpo, sempre meno reale e sempre più ombra e apparizione, mediato da dispositivi e media. La conoscenza, che si svela nel momento di appagamento dei bisogni primari e concreti, è dunque sempre più assoggettato dalla necessità di mediazione e di dipendenza del nostra immagine nel Mondo Reale. 
Ci stiamo da soli rinchiudendo dentro una caverna? E il nostro Dio, è diventato Media?
Romeo Castellucci è uno dei protagonisti di questa 44esima edizione di BiennaleTeatro. La manifestazione nata nel 1934 con l’idea di Renato Simoni di rappresentare i classici di soggetto veneziano nella loro cornice naturale, diventa già dalla fine degli anni ’40 come vetrina per un teatro nuovo e internazionale con gli spettacoli di Ionesco e di Cocteau. 
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Negli ultimi anni la cadenza annuale è stata sfruttata dal direttore artistico Àlex Rigola, in carica dal 2010, per proporre negli anni pari (come quest’anno) laboratori e workshop intensificando la funzione di produzione e collaborazione con grandi nomi del teatro internazionale d’avanguardia. Un cantiere aperto di creazione che attrae decine di aspiranti teatranti per studiare con i maestri del contemporaneo, tra i quali Roger Bernat, Pascal Rambert, Stefan Kaegi, Jan Klata e Fabrice Murgia. Tra i 17 laboratori di questa edizione, si rinnova anche l’appuntamento con Anna Pérez Pagès, Andrea Porcheddu e Roberta Ferraresi che ne conducono uno per aspiranti critici e cronisti teatrali, monitorando e seguendo passo passo, dietro e davanti le quinte, tutti i lavori proposti durante la kermesse. 
Il Leone d’Oro alla Carriera è stato assegnato al regista inglese Declan Donnellan, fondatore della compagnia Cheek by Jowl e regista di più di 40 spettacoli di teatro popolare e inglese, e il Leone d’Argento alla compagnia veneta Babilonia Teatri, fondata nel 2005 da Valeria Raimondi e Enrico Castellani, due volte vincitrice del Premio Ubu. La consegna è avvenuta il 29 luglio. 
La Biennale Danza è l’ultima sessione introdotta nella rassegna veneziana, come settore autonomo e indipendente dalla Biennale Arte, in seguito alla disposizione del 1998: nasce dunque nel 1999 diretta per il quadriennio 1999-2002 da Carolyn Carlson. 
Virgilio Sieni è stato il direttore artistico dell’ultima edizione e con il progetto Senza il mio corpo lo spazio nemmeno esisterebbe ha cercato di far prendere consapevolezza della presenza della kermesse, portando i lavori nelle piazze, nei vicoli e nelle calle di Venezia. L’obiettivo era indagare il gesto del corpo nei contesti urbani, la relazione che nasce tra il movimento e la polis. 
Il Leone d’Oro alla Carriera quest’anno è stato assegnato a Maguy Marin, capace attraverso la sua danza di rappresentare la complessità dell’uomo contemporaneo.
Il 13 luglio è stato annunciato che la danzatrice e coreografa canadese Marie Chouinard prenderà il posto di Virgilio Sieni nella direzione di Biennale Danza. Per il successore di Rigola, anche lui in scadenza di mandato, invece si deve aspettare la fine del festival. 
Giulia Alonzo
Biennale Teatro 2016
44. Festival Internazionale del Teatro
26 luglio – 14 agosto 2016
 

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