27 settembre 2016

Aiutarsi via instagram

 
La storia di Silvia, 22enne di Padova, che ha sconfitto l'anoressia e ora si dà all'allenamento, non ha solo un lieto fine, ma un risvolto più che sociale, "social"

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Ha fatto il giro d’Italia e non solo la storia di Silvia Fasciano, e dei suoi 22 anni recuperati dopo un lungo periodo d’anoressia. Una malattia “sociale”, un disturbo contemporaneo, una questione che ancora resta un po’ insabbiata, un po’ un tabù, e che scandalizza sulle passerelle, nelle copertine, nei cartelloni – come fu quello di tanti anni fa, firmato da Oliviero Toscani.
Silvia, invece, il suo malessere, le sue non-forme fisiche, le ha buttate in rete: dal 2013 selfie e non che, tramite la sua pagina instagram, hanno documentato sia la deprivazione, il problema, che la rinascita di oggi.
Certo, la rinascita non è stata merito del social, ma di allenamento fisico e forza di volontà, ma il profilo “social” di questo disturbo “antisociale” rivela parecchio della nostra inclinazione forse a chiedere aiuto tramite le pagine zeppe di voci sconosciute dei network, giudicanti o accondiscendenti non importa, comunque “straniere” rispetto alla nostra vita, e di cui forse non riusciamo a fare a meno. 
Tant’è che questa ragazza ha deciso in seguito di aprire un canale youtube per rispondere ai messaggi privati che le piovono addosso in maniera corale.
Insomma, il social network, in questo caso, più che una piazza autoreferenziale è stata – per una volta, o almeno per un’altra – un’arena sociale, un palcoscenico per dimostrare qualcosa di possibile, al di là di bocche a cuore o pettorali. 
Una piazza della lotta ci piacerebbe definirla, dove si va oltre l’insulto tra sconosciuti o il reportage dei bicchieri bevuti, ma si condivide un brandello importante di noi, tentando di cambiare le cose. E stavolta è andata bene. (MB)

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