28 settembre 2016

Si. No. Boh…

 
Il ping pong è servito. Da una parte c'è Roma, che ancora è in alto mare con la sua giunta. Poi Beppe Grillo, che chiede il silenzio sulla Capitale. E poi Renzi, che rilancia il tema delle grandi opere, con il ponte sullo stretto. E anche in questo caso Roma c'entra, eccome

di

Salvatore Tutino, consigliere della Corte dei Conti, ex dirigente del ministero dell’Economia, già scelto dalla sindaca Virginia Raggi e già annunciato come Assessore al Bilancio, dà forfait. E di nuovo una parte della Giunta capitolina è nei pasticci. Più che nei pasticci in un vero e proprio mare di fango, dove le condizioni per portare avanti la città sembrano perdersi nelle nebbie. E Grillo, come un padre-padrone, affida a un tweet una richiesta che è anche una dichiarazione: “Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5S che non faranno né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni”. Un tono buono per dire che la situazione è seria e non poco. Dietro questa strana paralisi, che ha fatto finire Roma anche sui quotidiani inglesi e americani, c’è anche la faccia di Matteo Renzi. Non come responsabili, ma come uomo che infila il dito nella piaga, e di nuovo tira fuori lungimiranti discorsi sulla produzione, sull’aumento di capitale e di forza lavoro con le grandi opere: stavolta nel mirino non le Olimpiadi, ma il Ponte sullo stretto: “Occorre che le amministrazioni locali tornino a mettere i propri uffici tecnici in condizione di funzionare e di fare progetti, dalle scuole alle strade”. Perdonate la malizia, ma l’affondo alla situazione romana è evidente, e segue a ruota le dichiarazioni di pochi giorni fa, quando il Premier ambizioso diede l’affondo sulla mafia che si debella e che non deve far paura quando si costruisce l’Italia. Raggi, più sommessamente, aveva detto che Roma non può sostenere il peso delle spese per la sua messa a punto olimpionica. Nei discorsi del Premier, invece, tutto è imprenditorialità infrastrutturale: la Bari-Lecce, la Napoli-Palermo, la Variante di Valico, il Terzo valico tra Liguria e Piemonte e così via. E la promessa che lo stato ci sia sempre al fianco di chi sbloccherà la situazione. Al diavolo le opinioni di “non indispensabile” della Presidente della Camera Laura Boldrini, sul Ponte per esempio, che sembra dare spalla al Sindaco di Roma. Per un’Italia ancora spaccata e che passa dal voler mettere in piedi un cantiere da 100mila posti di lavoro, a non saper mettere insieme una giunta che possa governare una città. Sarà colpa del “brutto clima” di cui ha parlato Tutino, che sta a destra come a sinistra, come tra le stelle. (MB)

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