24 febbraio 2017

Maria Elisabetta Novello, Sursum Corda Galleria Fumagalli, Milano

 

di

Soprattutto bravi, intensi e coinvolgenti Roberto Cocconi e Luca Zampar, danzatori della compagnia Arearea ad alto tasso di ritmo ed espressività del gesto, del corpo che in occasione della performance intitolata Sursum corda ideata da Maria Elisabetta Novello (1974), artista vicentina che ha inaugurato la stagione espositiva del nuovo anno della galleria Fumagalli, per la prima volta aperta all’arte performativa e alla teatralizzazione dello spazio. E questo è il fatto, ma non tutto nella messa in scena della perfomance ha funzionato secondo le intuizioni o intenzioni dell’autrice, poiché il gesto reggente della piece non l’ha visto quasi nessuno, lei è stata immobile davanti a una tastiera -consolle (simile a quelle utilizzate dai Dj) e dava le spalle al pubblico concentrato solo sulle azioni degli attori.  Il gesto mancante e non visto neppure riflesso in uno specchio sarebbe stato il trait-d’union tra Novello e i danzatori, quell’attimo in cui si instaura un dialogo non scritto tra i due danzatori a piedi nudi e vestiti rigorosamente di nero e l’autrice non è stato ritualizzato. Peccato che l’azione di collegamento tra lo stetoscopio acustico e la consolle non s’è visto, anche se il pubblico ha sentito che a un certo punto dell’azione teatrale ammantata dal rigoroso silenzio, lo spazio si è riempio del suono ipnotizzante del battito del cuore dell’autrice in versione tecno. Questo semplice, ma essenziale gesto di collegare lo strumento per ascoltare il battito del cuore, del respiro alla consolle è rimasto sotteso nella mente di Novello e tale distrazione scenografica non ha potenziato l’aspetto emotivo necessario per caricare di phatos la performance, insomma il tutto andava ritualizzato. 
Sursum Corda. Maria Elisabetta Novello. Veduta dell’installazione, Gennaio-Febbraio 2017. Courtesy Galleria Fumagalli, Milano
Novello, volontariamente ha lasciato spazio all’azione scenica dei danzatori limitandosi a muovere le leve della consolle, come una dj esperta, dosando il ritmo del battito del suo cuore collegato con i cavi alla tastiera. Un ritmo sostenuto andante in crescendo fin troppo lungo e ripetitivo che seppure inizialmente, partito l’audio, ha dato uno scossa di energia all’azione “consapevole” dei danzatori poi nel pubblico scatta l’assuefazione a tale suono, con il rischio  svuotarla di significato, perché  il cuore  è la macchina della  vita, il respiro  del mondo e senza un corpo umano che interagisce in un luogo, l’ambiente è come un’immagine Still life, non trasuda di energia vitale, poiché resta silente. I danzatori sono il perno di tutta la performace, agenti indipendenti anche dall’audio, grazie alloro sapiente muoversi, sfiorarsi, strisciare, ruotare e farsi spazio tra il pubblico astante, come animali striscianti, ansimanti braccati in cerca di qualche punto di fuga, fa vivere l’opera. Non si è colto l’aspetto relazionale, sociale, antropologico tra i danzatori, l’artista, lo spazio e il pubblico, come il comunicato stampa promette! Questo è un commento colto tra il pubblico: «Il messaggio, sicuramente forte non è passato, non era chiaro quale fosse il climax, la perfomance dei danzatori nonostante la trovata non nuova del battito del cuore, il tutto resta “piatto”». Va specificato che il video di documentazione dell’azione (messa in scena il 19, 20 e 21 gennaio alle ore 18.30), sarà proiettato nella seconda grande sala della galleria, come una testimonianza dell’atto avvenuto, insieme a una serie di fotografie, schizzi, bozzetti sotto teche e altri materiali della fase di preparazione della performance esposti invece nella prima sala. È risaputo che la perfomance vive soltanto hic et nunc, nel momento in cui c’è un pubblico che la osserva e i teatro da sempre lavora su questo imprescindibile nodo scorsoio tra azione in scena e il pubblico, tutto il resto è documentazione. Un suggerimento: sarebbe stato gradito avere più date di messa in scena dell’opera per avere più tempo di metabolizzarla e mostrarla nell’arco di un periodo più lungo al pubblico. 
Jacqueline Ceresoli
Dal 19 gennaio al 16 febbraio 2017
Maria Elisabetta Novello, Sursum Corda
Galleria Fumagalli via Bonaventura Cavalieri 6, Milano
Info: www.galleriafumagalli.com info@galleriafumagalli.com 

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