21 marzo 2017

“Il mondo magico” di Cecilia Alemani. Ecco il tema scelto per il Padiglione Italia alla prossima Biennale Arte di Venezia

 

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Si è svolta stamattina la conferenza stampa del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia, nella sede romana del MiBACT. Presenti la curatrice Cecilia Alemani, il commissario al Padiglione Italia  Federica Galloni e il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta. 
Assente giustificato causa indisposizione il ministro Franceschini. Una conferenza stampa molto diversa dalle precedenti, con poche sorprese e poche novità. I nomi dei tre artisti (Adelita Husny-Bey, Giorgio Andreotta Calò e Roberto Cuoghi) infatti erano già noti dallo scorso novembre. 
Tutta la presentazione, insomma, si è svolta in maniera pacata e pacifica, e la presentazione della Alemani esauriente e molto dettagliata, soprattutto sul tema della mostra, il cui titolo “Il Mondo Magico”, trae ispirazione dall’omonimo libro dell’antropologo napoletano Ernesto De Martino, pubblicato dopo la seconda guerra mondiale e dedicato alla magia. Proprio sul ruolo della magia, sugli artisti sciamani,  si è soffermata la curatrice italiana, che da anni però vive a New York, spiegando le motivazioni delle scelte dei tre artisti in luogo di questo tema, ma omettendo quasi del tutto i progetti degli artisti, ancora all’opera nella realizzazione dei progetti. 
Si sa per certo però che sarà utilizzato tutto l’enorme spazio, che ognuno dei tre avrà una zona dedicata. «Mi auguro che durante il percorso si trovino delle consonanze», ha affermato la curatrice, che poi ha proseguito nel dire che ha chiesto espressamente agli artisti di non indugiare, ma di creare opere grandi, di usare gli spazi messi a disposizione, e di correre rischi, poiché la Biennale è occasione unica o, almeno, rara. Come sempre il budget del Ministero non ha superato i 600mila euro, ma grazie ai numerosi mesi di anticipo della progettazione la curatrice stessa ha potuto trovare importanti sponsor che hanno aiutato gli artisti stessi nella realizzazione delle opere. Che speriamo piacciano al pubblico, perché come dice Baratta «Le tre parole chiave per noi sono conoscenza dialogo e incontro». (Sabrina Vedovotto) 

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