22 maggio 2017

READING ROOM

 
Libri Finti Clandestini, è un progetto nato una sera del gennaio 2013 a Roma. Abbiamo incontrato i protagonisti, e ve lo raccontiamo
di Pierluigi Sacconi

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La curiosità di conoscere i promotori del progetto editoriale Libri Finti Clandestini mi è venuta dopo aver visto alcuni loro libri alla galleria Varsi di Roma. Ci siamo incontrati lo scorso 27 aprile in un caffè di Piazza Vittorio e mi hanno raccontato di questo progetto editoriale nato una sera del gennaio 2013 a Roma, ad opera del collettivo formato da El Pacino, Aniv Delarev e Yghor Kowalvsky.
Il progetto
Alla base del progetto c’è una smodata passione per il libro e per la grafica in quanto oggetto da toccare, sfogliare e annusare. Fondamentale  l’uso esclusivo della carta riciclata al fine di realizzare opere uniche o multipli, sketchbook, diari di viaggio, taccuini… 
I vari tipi di carta usata per la realizzazione di queste opere è rigorosamente “trovata”, spesso gettata via e considerata al pari di spazzatura: sono scarti di tipografie, prove di stampa e carte di avviamento, sacchetti del pane e della spesa, poster, buste, carta da parati: è con questi materiali che vengono realizzati libri pronti per essere scritti, disegnati o per assumere qualsiasi altro significato voglia dargli chi li ha tra le mani; le tirature  normalmente vanno dalle 50/100 copie.
L’idea viene ad uno dei tre fondatori nell’autunno del 2010, a Rotterdam -Olanda-, dove scopre che l’Accademia Willem de Kooning, e i suoi laboratori d’arte, buttano letteralmente nella spazzatura prove di stampa di straordinaria bellezza. «Recuperandole abbiamo iniziato a creare libri da dare ad amici artisti in modo che vi potessero disegnare. Inizialmente solo come hobby, poi sono arrivate le richieste da parte di librerie, disegnatori e scrittori. Non c’è stato un percorso professionale o scuole per le tecniche di rilegatura, – tengono a precisare i fondatori – si è trattato di vedere come erano fatti i libri ed inventare un modo per tenere insieme le pagine, come recita uno dei “payoff” del progetto. “Assemblati e rilegati a mano secondo un metodo non professionale”, cioè in modo diverso da come procederebbe un rilegatore professionista».
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Le collaborazioni con gli artisti
Le collaborazioni con gli artisti sono nate un po’ per caso.  Sempre a Rotterdam, una delle prime fu con Enneboy, del gruppo di street artist Canemorto a cui venne affidato un libro da disegnare. È del 2013 il lavoro  con Alessandro Cripsta, un libro che l’artista e grande illustratore ha interpretato a modo suo: «Gli avevamo dato un nostro libro come regalo, come esperimento, da cui poi è uscita una delle cose più belle che abbiamo fatto». Nel caso di Sbagliato, il progetto è nato grazie alla Galleria Varsi di Roma, che ha proposto a LFC di realizzare una serie di 10 libri di formato uguale, ma ognuno diverso, più un librone gigante: tutti realizzati con gli scarti dei loro poster, che attaccano per le vie delle città.
Altro importante librone è quello che si intitola 56 Fili, realizzato per la mostra “Livelli” che raccoglie serigrafie e prove di stampe di 24 artisti
Con Alberonero  nel 2016,  LFC ha realizzato una copia unica di un libro intitolato 33 Varianti, in cui l’artista lavora con forme minimali, essenziali e sintetiche riducendo gli elementi del linguaggio visivo ai minimi termini. Quest’opera è stata presentata insieme ad altri loro lavori, in occasione della mostra “Dal caso nasce cosa” tenutasi alla libreria galleria Demetra a Milano, a cura di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera.
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Il Libretto dei tipografi
«Il Libretto dei Tipografi è uno dei nostri progetti-esperimento a cui teniamo particolarmente, legato ai libretti pop up. Si tratta di un piccolo volumetto rosso (3,5 x 11cm), realizzato nel 2015 in tiratura di 49 esemplari numerati + 49 non numerati, dedicato agli stampatori più famosi vissuti tra 1400 e 1830.  Un omaggio a questi personaggi che hanno scritto la storia della tipografia. Questa tiratura è sempre realizzata con materiale di scarto,  ma trovato in serie: per esempio cinque risme di carta giallina da 80 g/m2 e dei cartoncini provenienti da qualche cartiera o tipografia che ha chiuso». Questo da la possibilità di realizzare libri unici sempre fatti a mano uno per uno,  in piccole serie. A questo progetto è anche legato un video in stop motion, che si può trovare sulla pagina Web di LFC.
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I Quaderni cartonati
«Col tempo i nostri lavori hanno  riscosso l’interesse sempre maggiore di appassionati, artisti, disegnatori,  illustratori, scrittori…, maniaci del disegnare, dello scrivere, del prendere appunti». I quaderni cartonati (o sketchbook) sono anch’essi fatti con scarti tipografici ottenuti spesso anche grazie all’aiuto di amici.
«Non c’è una vera e propria selezione della carta da utilizzare nel fare un libro o un quaderno è un procedimento piuttosto istintivo; certo ci  sono carte più comuni e naturalmente carte più pregiate, come quelle delle lettere antiche, delle cartine geografiche o magari delle stampe particolari che valorizzano un’opera e che vengono recuperate in posti segreti».
                                                          
Pierluigi Sacconi

www.librifinticlandestini.com
Facebook: Librifinticlandestini
Instagram @librifinticlandestini

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