05 giugno 2017

CONTROPELO

 
Amico caro, c'è qualcosa che non va. A margine dei fondi per l'Eliseo di Roma
di Giulia Alonzo

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Ci sono diversi modi che ha lo spettacolo dal vivo per avere soldi pubblici dal Governo centrale: fare domanda al FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo, che, per quanto riguarda il settore prosa, nel 2016 ha erogato circa 64 milioni di euro a oltre 300 enti in tutta Italia, sulla base di graduatorie di quantità e di qualità; partecipare ai bandi indetti direttamente dal ministro della Cultura, che tramite una commissione decide, in base al progetto, quanto finanziare il singolo richiedente; o ancora chiedere soldi direttamente al ministro per progetti ritenuti particolarmente interessanti. 
Se poi la cifra erogata dal FUS e dal Ministero non è sufficiente, ci si può sempre appellare alla Commissione Bilancio, per chiedere che i soldi al vostro teatro privato assegnati tramite un apposito emendamento parlamentare bipartisan.
Vi sembra strano? Ma proprio questo è successo al Teatro Eliseo di Roma, struttura privata nella categoria dei TRIC (teatri di rilevante interesse culturale) diretto dal regista Luca Barbareschi, che ha ricevuto un finanziamento straordinario di 8 milioni di euro in due anni. 
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Il Teatro Eliseo aveva già ricevuto per il 2016 dal FUS circa 550mila euro e dal ministro della Cultura altri 250mila euro per un progetto speciale nelle periferie romane. Ma evidentemente questo a Barbareschi non bastava. Così l’astuto regista ha pensato di rivolgersi direttamente al Parlamento, che gli ha concesso prima 2 milioni di euro, poi diventati 4 nel 2017 più altri 4 previsti nel 2018. 
L’insurrezione è stata generale. Per prime le associazioni e le fondazioni teatrali di tutta Italia che con una lettera aperta al ministro dell’Economia Padoan chiedono spiegazioni sull’emendamento, pretendendo equità sul trattamento rivolto ai singoli enti. 
Padoan dal canto suo ci tiene a sottolineare come lui avesse dato  “chiare indicazioni perché dal rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze venisse manifestata con chiarezza in Commissione la contrarietà dell’esecutivo. La Commissione ha approvato l’emendamento di iniziativa parlamentare contro il parere del Governo”. Ma questo non è stato sufficiente, tanto che l’emendamento è passato e ora è nelle mani del Senato per l’approvazione finale. E proprio al presidente del Senato si sono rivolte l’Agis, la Federvivo e le associazioni di categoria pretendendo “rimedio a tale incomprensibile privilegio e soprattutto che il Parlamento affronti in maniera più organica, e non a colpi di emendamenti su misura, il rilancio di un settore cruciale per l’identità culturale italiana”.
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Sì perché il problema, oltre a quello di aver dato soldi ingiustamente a un teatro privato, è quello di aver destrutturato il sistema dei finanziamenti pubblici, a pochi giorni dalla nuova proposta di legge parlamentare sullo Spettacolo, con il rischio di bloccare ulteriormente un settore già in stallo.
Emergono poi altri dettagli. Anna Bandettini, giornalista de “la Repubblica”, sul suo blog “Post Teatro” scrive di un possibile interesse immobiliare: uno dei due soci proprietari dell’immobile del Teatro Eliseo parla di “trattative private con l’attuale inquilino”. Considerando che l’offerta d’acquisto si aggira attorno ai 6,5 milioni di euro si capisce dove finirebbe parte del finanziamento. Barbareschi allontana ogni ipotesi di acquisto dichiarando che gli basterebbe vendere un appartamento per comprare lo stabile. 
In un momento di piena crisi come quella che sta affrontando il nostro paese, dove i tagli alla sanità e all’istruzione sono ormai all’ordine del giorno, e considerando che il Piccolo Teatro di Milano, il teatro pubblico più importante d’Italia, prende dal FUS poco più di quattro milioni di euro, che un altro teatro nazionale come il Teatro di Roma prende attorno al milione e ottocentomila euro all’anno, e altri TRIC come i milanesi Teatro dell’Elfo e Teatro Franco Parenti prendono circa un milione e centomila euro, darne quattro a un teatro privato risulta una scelta ingiusta e immotivata.   
Ma perché due parlamentari come Giancarlo Giorgetti (FI) e Sergio Boccadutri (Pd) firmano, e mettono la faccia, per legittimare questo “aiutino” al Teatro Eliseo? 
Giulia Alonzo

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