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Di Andra Ursuta (1979), nata in Romania, in una cittadina a pochi chilometri dal confine con l’Ungheria, che vive e lavora a New York, di scena a Milano nella mostra collettiva intitolata “Terra Inquieta”, alla Triennale a cura di Massimiliano Gioni, già nota per aver partecipato anche alla sua 55esima Biennale di Venezia del 2013, colpisce l’intensità drammatica espressiva di soggetti “politici” come la guerra, i cambiamenti geopolitici o la storia dei “vinti” in generale. L’artista romena, osannata dai critici e dal sistema dell’arte, espone per la prima volta nella galleria di Massimo De Carlo un’opera site specific dal titolo emblematico “The man from the internet”, da vedere anche perché modifica completamente la percezione degli spazi di via Ventura 5.
Questo progetto iniziato nel 2007 è composto da una serie di cento disegni inchiostro su carta, inquieta per l’ossessivo processo di riproduzione di un’immagine di un cadavere in decomposizione di un caduto negli scontri tra Russia e Cecenia negli anni ’90, trovata in internet tra le pagine di una testata giornalistica russa oggi chiusa, forse parte della documentazione del ritrovamento di una fossa comune. E un certo pathos, lo si avverte già all’entrata della galleria milanese, varcando una porta in lamiera che conduce lo spettatore in una casetta prefabbricata, in cui si trovano su mensole lungo le pareti i disegni di Ursuta, in cui dello stesso macabro soggetto, ripetuto da dieci anni cambia solo il pennino e l’inchiostro. Occhio anche alle cornici fatte di terra e materiali imprecisati, come reperti di una identità perduta. L’esposizione si snoda in un labirintico percorso tra container e cassette in lamiera, l’atmosfera è agghiacciante si procede nella semioscurità, dove sono raccolte le cento variazioni dell’immagine del cadavere putrescente, che nel corso del tempo assume nuovi significati se messi in relazione alle recenti tensioni politiche e sociali in Medio Oriente o in Asia e in Europa stretta nella morsa degli attacchi dell’Isis.
Questi disegni tratti da una immagine diffusa in internet o attraverso gli smartphone ci induce a riflettere sulle cause ed effetti di quelle “sdoganate” online, con il rischio di renderci tutti più cinici e anestetizzati di fronte a fatti reali o simulati terrificanti. Paradossalmente questo cadavere iconizzato dai media, soggetto in ogni caso alla obsolescenza online, continua a vivere in cento disegni come variazioni dell’unico dramma: la mattanza umana. La messa in scena di questa installazione ha comportato la teatralizzazione del piano terra della galleria come non è mai accaduto prima, con l’obiettivo di farci perdere l’orientamento, con l’imperativo morale di non dimenticare le emergenze del mondo, contro l’indifferenza e il nostro irresponsabile disimpegno politico, un atteggiamento che potrebbe compromettere il mondo di domani e dovremmo cominciare a pensare che il problema delle realtà più deboli è anche il nostro problema. Quando l’arte si intreccia all’estetica con un richiamo etico, allora l’opera agisce e da questa mostra si esce più consapevoli che la storia siamo anche noi.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 16 maggio
Dall’8 maggio al 14 luglio 2017
Andra Ursuţa, The man from the internet
Massimo De Carlo,
via Ventura 5, Milano
Orari: da martedì a sabato dalle 11.30 alle 19.00
Info: press@massimodecarlo.com www.massimodecarlo.com