19 luglio 2017

Fino al 22.X.2017 Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e a Roma Palazzo Cucchiari, Carrara

 

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Sottrarre Carrara (come già Endimione) al suo sonno di pietra è il proposito delle iniziative culturali promosse da enti e fondazioni capeggiate dalla Fondazione Giorgio Conti. Perché Carrara, che si adagia in mezzo alle Alpi Apuane, tra bagliori “lunari” e cave a fossa e a pozzo, non è solo marmo, ha anche un passato illustre. Il vento della storia soffia da quelle parti da tempo immemore: sin da quando gli antichi romani facevano estrazioni del marmo con lo scalpello (i loro segni sono ancora tangibili), poi col passaggio longobardo (che ha impresso soprattutto al quartiere Cafaggio un segno indelebile) e in tempi più recenti la città ha destato la coscienza civile con i fatti della Resistenza del 7 luglio del ’44. Ma ci sono ben altre vicende e personaggi notevoli che in città hanno lasciato un’impronta notevole, come Michelangelo che faceva lunghi soggiorni per scegliere personalmente il marmo e molti scultori che nel corso dell’800 hanno fondato una vera e propria scuola. Le vicende di questi ultimi, s’intrecciano alla grande storia della scultura italiana di Firenze e Roma. Dei molteplici trapassi di gusto dall’età neoclassica alla Restaurazione ne dà conto una mostra appena aperta tra le splendide sale del palazzo Cucchiari e curata da Sergej Androsov, Massimo Bertozzi e Ettore Spalletti. 
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Canova, Amore alato
L’esposizione “Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e Roma” sancisce i legami della grande tradizione artistica con il centro toscano che così si ritrova di nuovo catapultato al centro di un vasto bacino culturale dal respiro internazionale. È lungo una delle sue strade (alcune di esse con una evidente pendenza) che una volta serviva per trasportare il marmo dalle cave al mare, precisamente in direzione della colonia di Luni, che si colloca il palazzo ottocentesco, sede della mostra, restaurato dalla famiglia Conti. Per l’occasione sono state allestite su due piani nobili (è un caso raro) 30 opere scultoree provenienti da prestiti prestigiosi. Tra i musei prestatori, un legame particolare è stato stretto con l’Ermitage che porta da San Pietroburgo ben 14 pezzi. Molti i capolavori “monumentali”, tra cui il busto di Napoleone ad opera di Canova (Ermitage); le Tre grazie di Carlo Finelli (Galleria Francesca Antonacci di Roma); la Saffo abbandonata di Giovanni Dupré (dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma); il Putto che dorme di Tito Sarrocchi (Collezione Banca dei Monti di Siena) oltre ai più esili Nello con la Pia di Pio Fedi, Teti di Emil Wolff, e i genietti di Pietro Tenerani. Varie e diverse sul piano scultoreo le declinazioni, è l’obiettivo dell’operazione espositiva, che si sono susseguite tra Roma e Firenze all’ombra più o meno imponente della figura di Antonio Canova o Lorenzo Bartolini. Se dal primo- come sostiene Massimo Bertozzi- la generazione successiva non si è saputa affrancare mai del tutto, agganciata com’era al faro troppo abbagliante del veneziano Canova, a Firenze c’è stata maggiore libertà e il seme gettato da Bartolini ha avuto esiti più innovativi. Poiché sosteneva la necessità di attenersi al dato naturale, si allontanava dal bello ideale di stampo canoviano e wickelmaniano e giocava d’anticipo avanzando certe suggestioni anatomiche che si ritroveranno anche più tardi con la scultura sensuale di Ingres. Se Firenze quindi riesce a staccarsi dalla tradizione trovando nuove istanze di gusto, Roma resta legata al magistero di Canova più a lungo. Certo, considerando l’ampio seguito e gli sviluppi anche imprevisti della scultura italiana dopo Canova, come conferma la mostra carrarese, chi affermò (Roberto Longhi) che il veneziano fosse uno “scultore nato morto” prese un abbaglio storico, ma è chiaro che era una voce fuori dal coro seppure altamente autorevole. Sospesa tra due impulsi, romani e fiorentini, la scultura italiana dopo Canova passerà il testimone alla Francia che troverà in Rodin un nuovo geniale fautore, prima di ritornare con Arturo Martini a giocare in casa e pareggiare i conti.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 7 luglio 

Dall’8 luglio al 22 ottobre 2017 
Dopo Canova. Percorsi della scultura a Firenze e a Roma
Palazzo Cucchiari
Via Cucchiari, 1– Carrara
Orari: da martedì a giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 22, venerdì e sabato fino alle 23.30
Info: www.canovacarrara.it

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