25 luglio 2017

Addio al Cer. Dopo cinquantadue anni, chiude il tempio della ceramica romana

 

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Nelle ultime settimane, tante persone hanno varcato una soglia in particolare, in via Marco Aurelio, a Roma, tra il Colosseo e la basilica di San Clemente, amici, cultori, semplici clienti e soprattutto artisti, per salutare CER, tempio della ceramica a Roma, che chiude dopo 52 anni di fervida attività. 
Una bottega, un laboratorio, una scuola, un forno, un negozio? Molto di più: CER è un pezzo della storia dell’arte e un punto fermo nell’immaginario capitolino. Baluardo di una Roma creativa che sparisce. A inventarselo Annamaria Apolloni che, dal 1965, ha dedicato una vita intera a questo progetto. Nell’anno in cui i Beatles tengono il loro celebre concerto nella Città Eterna e Pino Pascali espone alla Galleria La Tartaruga, Annamaria Apolloni ha 23 anni e ha già lavorato come disegnatrice per Topolino e come operaia in una fabbrica di mattonelle. Il suo talento è sempre stato la pittura e in fabbrica impara a smaltare la ceramica, un materiale di cui s’innamora, al punto da decidere di aprire la sua attività. ‹‹Ho preso una grotta al Colosseo – racconta Apolloni – e ho cominciato piano piano, prima con un forno poi con un tornio, e in due o tre anni siamo diventati la CER››. Il plurale è d’obbligo perché da subito, ad affiancarla, c’è Tonino Calò, altro instancabile animatore della bottega. E negli anni arrivano a dare una mano anche la sorella Patrizia Apolloni e Antonio Grieco, artista sperimentatore di tecniche come il raku e la cottura primitiva. La funzione originaria – la vendita di mattoni refrattari e biscotti oltre che di smalti e colori – viene quasi subito tradita: CER non sarà mai un semplice negozio ma una preziosa bottega d’arte, la cui popolarità, anno dopo anno, si accresce, fino a diventare un punto di riferimento e di incontro per appassionati, artigiani e artisti. Verrebbe da dire che a Roma non hai fatto ceramica se non sei passato da CER. E proprio gli artisti qui sono di casa. ‹‹Negli anni Sessanta lavoravano con noi Mario Schifano, Franco Gentilini, Domenico Annichiarico. E poi Nedda Guidi e Nino Caruso e ancora Riccardo Monachesi, Giuseppe Ducrot, Andrea Fogli. In anni più recenti, Jasmine Pignatelli, Davide Monaldi, Sabino de Nichilo, Umberto Scodina››. Si varca la soglia della bottega per comprare materiali e attrezzi, per cuocere i propri oggetti in uno dei cinque forni oppure per lavorare fianco a fianco con professionisti del settore, per seguire corsi e seminari, confrontarsi e ricevere consigli, organizzare mostre, per respirare la ceramica, insomma. Ma dire ceramica può sembrare riduttivo: CER è stato per decenni l’unico laboratorio a Roma in cui apprendere le tecniche della pittura su porcellana, della maiolica e della pittura medievale rivisitata, fino ad arrivare all’affresco. A insegnare, con pazienza e un eterno sorriso sulle labbra, sempre lei, Annamaria Apolloni, che più recentemente si è specializzata nella pittura delle icone. ‹
‹Abbiamo cominciato in sordina e siamo diventati un punto di incontro, anche tra generazioni diverse››, spiega. ‹‹C’è stato un clou bellissimo verso i primi anni Novanta e poi, con l’avvento dell’euro, la disponibilità economica di tutti man mano è scesa. Il mondo è cambiato, prima si praticava la ceramica a scuola, ora non più. Quando abbiamo iniziato c’erano tantissimi dilettanti, ora seno sempre meno. È cambiato anche il quartiere: prima qui c’erano solo artigiani, non c’erano pub, non c’erano ristoranti né alloggi per turisti. Oggi c’è solo un viavai di trolley››. 
CER chiude perché il proprietario dell’immobile ha deciso di venderlo e non è difficile immaginare che al posto di questa bottega storica, 300 metri quadri a due passi dal Colosseo, sorgerà un’ennesima pizzeria. Ma a 75 anni, Annamaria Apolloni, una sognatrice con lo spirito di una ragazzina, non ha rimpianti. La sua testa è piena di progetti ed è già pronta a lanciarsi in una nuova avventura. (Francesco Paolo Del Re)

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