01 agosto 2017

Rodin mon amour, l’omaggio del Met

 

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Cento anni dalla morte compiuti nel 2017, ma non li dimostra. Anzi, Auguste Rodin e il suo mito sono più vivi che mai. Complice anche l’anniversario del suo centenario, festeggiato sul vecchio continente tra mostre, eventi e il conio, nella sua Francia, dell’effige del volto (insieme a quella di uno dei suoi capolavori, Il pensatore) su una moneta da 2 euro. Ma dall’altra parte dell’Atlantico non sono stati da meno. Numerose istituzioni museali statunitensi e messicane, infatti, unificate sotto l’hashtag #Rodin100, hanno aderito a un fitto programma espositivo. E il 16 settembre prossimo sarà ai nastri di partenza l’omaggio Made in USA dal titolo “Rodin at The Met”, attesissimo evento che inaugurerà la nuova stagione culturale della Grande Mela. La mostra, a cura di Denise Allen, celebrerà la straordinaria collezione del Metropolitan Museum of Art di opere del grande artista francese, provenienti da oltre un secolo di acquisizioni e donazioni. Quasi 50, tra marmi, bronzi, gessi e terrecotte di Rodin, l’uno accanto all’altro, tutti insieme appassionatamente nella Galleria della Scultura dedicata a Iris e B. Gerald Cantor (galleria 800), recentemente ristrutturata e con un nuovo allestimento. Si celebrerà, così, a New York il genio che scardinò il bigottismo conformista del suo tempo, ricevendo non poche critiche. Già ai suoi esordi, in quella Parigi classica e accademica degli ultimi decenni dell’Ottocento. Eppure Rodin andò sempre avanti per la sua strada, determinato, incurante del consenso altrui. Stessa sorte gli toccò inizialmente anche negli Stati Uniti, dove il realismo espressivo delle sue opere non riscosse un immediato consenso. Solo agli inizi del XX secolo, mentre lo scultore andava finalmente affermandosi nella sua madre patria con i celeberrimi Borghesi di Calais, incontrò due figure cardine per la sua ascesa a stelle e strisce: la curatrice Sara Tyson Hallowell e il fotografo Edward Steichen, con i quali strinse un’amicizia proficua e duratura. E al Met le sculture dell’artista francese, alcune delle quali divenute delle icone, come Il Pensatore e La mano di Dio (in homepage), o capolavori mondiali, non esposti da decenni, come La Tempesta (in alto), dialogheranno con le fotografie scattate alle sue opere proprio dall’amico Edward Steichen. Ma non sarà l’unico dialogo “impossibile”, perché seguirà quello, certamente non meno suggestivo, esteso ai contemporanei più ammirati da Rodin stesso, tra i quali gli amici Claude Monet e Pierre Puvis de Chavannes. (Gaia Tirone)

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