04 agosto 2017

Cittadini modello cercasi

 
La pagella per diventare "immigrati regolari" negli Stati Uniti? Deve essere ricca di punti. La spesa? Si fa con la cultura

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Sembra un gioco a premi, ma non lo è. E soprattutto in ballo non c’è solo qualche soldino ma il diritto di essere “immigrati regolari” negli Stati Uniti: quello di vivere, insomma, in America. Con un lavoro serio. Magari perché prima vi siete presi un dottorato negli USA: 13 punti. Magari perché siete ancora giovani: fino a 30 anni accumulate 10 punti. 
Che vi stiamo raccontando? Il punteggio, appunto, che serve per far accogliere o respingere una domanda d’immigrazione.
Ecco il nuovo sistema di accoglienza che piace Trump: una pagella che mira a dimezzare il numero degli ingressi negli Stati Uniti, selezionandoli in base alle competenze.
Sembra il set del film “Gattaca”: umani perfetti, dall’ottima intelligenza, e siamo sicuri anche vi sarà qualche comma riguardante la prestanza fisica. 
Ovviamente la proposta non è piaciuta alle minoranze e ai democratici, secondo i quali, se passerà questa legge, in molti Stati non ci saranno lavoratori a sufficienza per l’agricoltura e il turismo. Eh già, perché per lavorare la terra o fare i bagnini – secondo le leggi vigenti – serve essere un po’ capre, no? Ah a propostito: se siete Premi Nobel avete 25 punti, mentre per i campioni olimpici (a proposito di “fisico”) i punti sono solo 15.
C’è poi chi se l’è presa perché il “patentino” rifugge l’idea del Paese dell’accoglienza, della libertà. Forse all’America bisogna ricordare che nessuno è perfetto. Nemmeno lei stessa, Paese che si guarda allo specchio e che continuamente si offre e ritrae anche ai suoi stessi cittadini. Figuriamoci a quelli “stranieri”. Lo abbiamo visto ieri, e lo continuiamo a vedere oggi. (MB)

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