07 agosto 2017

E se la Apple stampasse anche moneta?

 

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Il ventitreenne designer francese, Jade Dalloul, ha immaginato monete e banconote emesse dalle grandi multinazionali, incorniciando i volti delle celebrities del mercato globalizzato: Steve Jobs con l’evoluzione 2.0 del design semplice e funzionale firmato Apple, Mark Zuckerberg e l’ormai indispensabile diario personale targato Facebook, il miliardario Bill Gates che, agli esordi, aveva “solo” una brillante idea in tasca per, poi, fondare Microsoft. Come direbbero gli americani, last but not least, Ray Kroc, il celebre padre di McDonald’s, l’impero del fast food Made in USA. Si sa, sono loro le vere star dell’economia globale. Hanno ormai raggiunto vette di popolarità, sono in grado di influenzare l’opinione pubblica più di diversi attuali capi di stato, sono fonte di ispirazione per molti giovani, veri e propri esempi e modelli da emulare, protagonisti di libri bestseller e film da classifica. Ma che cosa accadrebbe se queste superpotenze dell’economia diventassero nazioni? Beh potrebbero anche stampare moneta. È questa la suggestione e, allo stesso tempo, la provocazione lanciata da Jade Dalloul con il suo progetto Brand currency. “Ho rappresentato su alcune banconote e monete i simboli e i luoghi della storia di alcune delle principali multinazionali” ha spiegato il designer francese. E ha proseguito dicendo: “Così, per esempio, sul retro della banconota di Steve Jobs è possibile intravedere il nuovo Apple Campus”. E leggere l’ormai famoso statement nel quale è condensata la vision Apple: “We believe in the simple, not the complex” (“Crediamo nella semplicità, non nella complessità”). Gli slogan dei successi delle campagne di marketing di queste multinazionali potrebbero veramente rimpiazzare, in un prossimo futuro, il longevo “In God we trust” del dollaro americano? I numeri parlano chiaro. Se si accostano Pil e fatturati, ci accorgiamo che tra le cento maggiori superpotenze economiche mondiali ci sono tanti stati quante multinazionali. Una distopia decisamente inquietante. (Gaia Tirone)
Fonte: designboom

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