08 agosto 2017

Le reazioni del sistema dell’arte, e non solo, alla nomina di Luca Bizzarri alla presidenza di Palazzo Ducale di Genova

 

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Ciò che davamo quasi per certo è stato puntualmente confermato. Luca Bizzarri è stato nominato per la carica di Presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale di Genova. Come da Statuto, l’incarico, per il quale non è previsto onorario e che è puramente rappresentativo, è stato affidato in seguito a una decisione unanime del Comune di Genova e della Regione Liguria, gli Enti, entrambi afferenti al centrodestra, che presiedono alla Fondazione istituita nel 2008. A darne notizia ufficiale il Presidente della Regione, Giovanni Toti, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi, e il sindaco di Genova, Marco Bucci. 
L’incarico, precedentemente ricoperto da Luca Borzani, era rimasto scoperto dalle elezioni amministrative di giugno e il nome dell’attore è trapelato solo nelle ultimissime ore, come un fulmine a ciel sereno o un raggio di luce tra le nubi, a seconda dei punti di vista. Alcuni malumori sono sorti in seno alla fazione leghista che dirige la giunta regionale, in particolare Rixi, assessore allo sviluppo economico, che avrebbe preferito una figura dal curriculum più centrato. Ma la decisione è ormai presa e tutti devono esserne felici, visto che dovrà pur esserci una ratio. Dal Comune, che prima di risiedere a Palazzo Tursi aveva sede proprio a Palazzo Ducale, arriva forte e chiara la voce di Elisa Serafini, assessore a cultura, marketing territoriale e politiche giovanili: ‹‹Per fare grandi cose servono azioni coraggiose e teste indipendenti. Grazie a Luca Bizzarri avremo entrambe e da domani Palazzo Ducale sarà un po’ più “pop” e un po’ più di tutti››. Dunque tutti stretti intorno al comico e scudi levati anche delle fazioni opposte, come espresso da Raffaella Paita, capogruppo del PD in Regione Liguria: ‹‹La nomina di Luca Bizzarri alla presidenza della Fondazione Palazzo Ducale è una scelta positiva e si tratta di una scelta positiva perché è una persona capace, che ha l’intelligenza per rinnovare e al tempo stesso far tesoro del buon lavoro svolto da Luca Borzani››. 
Possiamo constatare che un primo risultato è stato sortito: fare avvampare la discussione, accendere l’interesse, secondo quel famoso e controverso detto del “purché se ne parli”. E Palazzo Ducale, salito recentemente agli onori della cronaca per il fattaccio dei falsi di Modigliani – sul quale comunque non aveva alcuna responsabilità – forse sentiva bisogno di una scossa, magari anche solo mediatica, contando che, alla fine, il programma espositivo del Palazzo, almeno nell’immediato, è già fissato, con la grande mostra su Pablo Picasso che aprirà il 10 novembre, a cura di Coline Zellal, conservatrice del patrimonio del Museo Picasso di Parigi, organizzata ancora da Mondomostre Skira, in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi. 
Raramente una nomina di settore scuote a tal punto gli animi non solo degli addetti ai lavori ma anche del pubblico più ampio. Quello dei direttori nominati da Franceschini e messi in discussione dal TAR è un caso comunicativo a parte, visto che si trattava di sospensioni degli incarichi e giri di tribunali e si sa che il dramma attira di più. Per l’affaire Bizzarri, testimonianza soono le miriadi di articoli pubblicati non solo sui giornali di settore ma anche dai generalisti. Se Il Fatto Quotidiano non ha risparmiato strali e, con Pierfranco Pellizzetti, ha scritto di ‹‹forzaleghismo del red carpet››, più cauti ci sono andati La Repubblica, Il Corriere e Il Secolo XIX. Dalle pagine de Il Giornale, Luca Beatrice si dice ‹‹incuriosito e speranzoso›› perché ‹‹Genova pone le premesse per diventare l’avamposto di una cultura trasversale e contaminata. Per dire basta a mostre criptiche per pochi addetti o a prodotti troppo paludati››. Diametralmente opposta la posizione di Alessandra Mammì, che dal suo blog su L’Espresso scrive: ‹‹Se il “famoso” doveva essere un requisito che supera il “competente”, si poteva spaziare e immaginare di più. E magari avere entrambe le cose. Tipo: Renzo Piano, Germano Celant, Fausto Paravidino che è bravo attore e regista, Marco Sciaccaluga condirettore dello Stabile di Genova e non dimentichiamo Carlo Freccero che è Savonese ma a Genova fu consulente culturale della giunta Vincenzi››. Da un lato la trasversalità, dall’altra la competenza. Chi la spunterà? 
‹‹La nostra scelta risponde all’esigenza di individuare una personalità indipendente dai partiti, con una formazione di tipo teatrale ma anche televisiva e giornalistica, legata ai più moderni network nazionali e caratterizzata da modernità e innovazione››, ha motivato Toti. E infatti proprio sulle pagine dei Social Network sono fioriti i commenti, con Bizzarri che ha rilasciato la prima dichiarazione ufficiale dal suo profilo Facebook: ‹‹Che sfida. Che onore. Mi mangeranno vivo. Un sacco di gente godrà se le cose andranno male. Accetto. Ho mandato questo messaggio, poche ore fa, a chi mi chiedeva di prendermi un impegno così serio e coinvolgente come quello di assumere la Presidenza di Palazzo Ducale. Ho detto sì, alla fine di mille pensieri, per un motivo soltanto: perché sono genovese e qualsiasi genovese, davanti alla possibilità concreta di impegnarsi per la propria città, avrebbe detto sì.›› 
Le reazioni? Più di 6.000 like, 450 condivisioni, 919 commenti, quasi tutti di congratulazioni, di gran lunga il post con più riscontri mai pubblicato sulla bacheca del comico. Non sappiamo se avrà apprezzato l’ironia di chi proponeva la candidatura a presidente di Jerry Calà ma gli avranno fatto sicuramente piacere gli auguri rivolti da Paolo Kessisoglu, storica spalla di migliaia di gag, da Ciro. Il figlio di Target a Le Iene: ‹‹Luca è un uomo libero, in tanti abbracceranno il suo progetto. Sono certo che Palazzo sarà pieno di fantasia, proprio come lui››. (MFS)

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