12 agosto 2017

Fino al 19.XI.2017 Man Ray: L’uomo infinito Castello di Conversano (BA)

 

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Una mostra inedita nel panorama pugliese con cento opere provenienti dalla Fondazione Marconi e la consulenza curatoriale di Vincenzo De Bellis con Eugenia Spadaro. Man Ray: l’uomo infinito, è anche l’occasione per segnare il ritorno di Vincenzo De Bellis nella sua regione d’origine. Il titolo fa riferimento a L’homme infini, una litografia del 1970, e le otto sezioni del percorso espositivo si sviluppano tra temi e cronologie con i capolavori più noti entrati nell’immaginario collettivo, ma anche con le opere meno famose, ma altrettanto interessanti, per conoscere la personalità di un artista capace di attraversare movimenti, tecniche, linguaggi.

Dai primi lavori newyorkesi, quando fu colpito dalla celebre edizione dell’Armory Show del 1913 e, soprattutto, dall’incontro con Marcel Duchamp. Sono gli anni di Revolving Doors, la serie di collage dalle forme meccaniche e antropomorfe installati su un piedistallo rotante che lo spettatore poteva muovere. Furono distrutti, ma Man Ray li riportò in una serie pubblicata dall’Éditions Surréalistes a Parigi e in mostra ci sono le serigrafie del 1923, replicate nel 1972. La collaborazione con Duchamp fu fondamentale e ai due è dedicata un’ampia sezione in cui sono presenti le fotografie più note (Tonsura, Rrose Sélavy, Bonds for Monte-Carlo roulette), ma anche i temi e le passioni: gli scacchi, il corpo, il “cinema anemico”. È un incontro felice per Man Ray che sfocia negli Oggetti d’affezione così vicini al ready made di Duchamp. La mostra propone in una piccola sala le repliche d’autore di alcuni tra i suoi lavori più noti, Cadeau, l’Enigma di Isidore Ducasse, uno dei 40 esemplari dell’ Oggetto indistruttibile (o da distruggere) nella versione del 1940, Obstruction, che oscilla con i suoi 32 appendiabiti, e le 41 sfere infilate in un tubo di vetro di New York.

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Quando arriva a Parigi nel 1921, la sua vita s’intreccia con i protagonisti della cultura europea, diventa il loro fotografo e gli straordinari ritratti esposti nella sezione dedicata agli “Amici artisti e autoritratti” hanno il potere di proiettare in quella stagione formidabile della capitale francese (nella sua fotografia in alto Alberto Giacometti, 1934). È un piccolo pantheon di volti noti e da questo momento Man Ray sceglie la fotografia come genere privilegiato con le sperimentazioni dei “rayogrammi”, e delle solarizzazioni. Poi c’è l’universo erotico, quello delle “Muse e Modelle”. Naturalmente Alice Prin, nota come Kiki de Montparnasse (nella foto in homepage), capelli a caschetto e corpo sinuoso che Man Ray rese immortale con le due “f” disegnate sulla schiena nel Violon d’Ingres e, ancora, Meret Oppheneim nuda dietro la ruota del torchio tipografico;ma la mostra propone in una bacheca centrale anche le fotografie meno note, più intime, senza pudori.

Del resto le donne lo affascinarono e la parte conclusiva è dedicata a Juliet Browner, l’ultima compagna conosciuta a Hollywood nel 1940. Negli anni della guerra Man Ray ritorna negli Stati Uniti, però nel 1951 con Juliet è definitivamente a Parigi e le dedica le fotografie delle Fifty faces of Juliet. In quest’ultimo ventennio ritorna alla pittura, al collage, continua le sperimentazioni con le striature del latte fotografate nel pentolino in cui veniva scaldato (Les Voies Lactées, 1974).

Lavori che ricuciono il filo con la prima produzione e lo rendono “infinito” come il suo uomo del 1970.

 

Marinilde Giannandrea

mostra visitata il 16 luglio

Dal 15 luglio al 19 novembre 2017

Man Ray: L’uomo infinito

Castello di Conversano (BA)

Corso Morea-Piazza della Conciliazione, 70014 Conversano BA

Associazione culturale Artes-Libro Possibile

Amministrazione comunale di Conversano

Fondazione Marconi

Orari: lunedì-domenica, 9.30 -13.30 e 17- 21

Info:393.9990505

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