19 settembre 2017

Ferrara aperta e moltiplicata. A Palazzo Turchi, una mostra per la città immaginata da Ugo Marano

 

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Nella splendida cornice della sala mostre di Palazzo Turchi di Bagno, sede del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara, è ospitata “La città dei cuochi e la città moltiplicata”, mostra che esporrà, fino al 5 ottobre, le opere di Jean-Pierre Durièz accanto a quelle di Ugo Marano. Da sottolineare il ruolo dell’Ateneo ferrarese, protagonista di una nuova comunicazione estetica, che fa dell’apprendere ad apprendere una metodologia gioiosa, necessaria alla formazione e alla ricerca. 
Marano e Durièz hanno incontrato Ferrara e il suo territorio in tempi diversi e solo la morte prematura del primo, avvenuta nel 2011, non ha permesso ai due di conoscersi. L’istituzione del Museo Ugo Marano di Ferrara, però, ha offerto al francese la possibilità di approfondire il lavoro dell’artista salernitano, in particolare quello svolto nell’area del Copparese e nell’ambito del progetto Prima della Metafisica. Come risultato di questo incontro, la città ideale immaginata dai due artisti diventa la città di passaggio, da rivitalizzare o da reinventare. I personaggi di Durièz incontrano il progetto radicale e utopico di  Marano, che nel territorio ferrarese ha ricercato il nuovo, l’inatteso. La sua speranza dell’improbabile ha prodotto una visione strategica di una città necessaria per vivere il presente e il futuro con rinnovata intensità creativa. Non a caso il progetto della Città Moltiplicata – ipotesi di città elaborata per il piano strategico del Copparese, in cui arte ed economia annunciano una nuova simbiosi, nella ricerca di un rinnovato paradigma di sviluppo – presuppone una metamorfosi in positivo verso una nuova identità creativa come presupposto per rigenerazione urbana. Similmente, la Città dei cuochi di Durièz diventa moltitudine di visi e di ingredienti della nuova umanità, che abita un mondo fatto di accoglienza e ospitalità. Durièz elegge il cuoco a comunicatore dell’incontro, lo propone come immagine cosmopolita della relazione, attingendo alla cultura visiva della sua terra e alle rappresentazioni classiche del convivio. La Città dei cuochi è la città dei ponti, per raggiungere o far arrivare i nuovi ingredienti prodotti dall’uomo, per esaltare il cibo come sogno di felicità bastevole, mentre il cappello del cuoco diventa bandiera universale di accoglienza, convivenza, gioia.
La città di Ferrara – patrimonio Unesco per l’urbanistica – non rinuncia, così, ad accogliere progetti capaci di rompere metaforicamente le sue solide mura, per promuovere incontri di nuova umanità. (Pasquale Napolitano)
In alto: Ugo Marano nel suo studio di vasaio a Vietri 1995, foto di Giuliano Longone

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