29 settembre 2017

Il santuario dei gonfiabili abbandonati

 
Operazione ecologica ed etica in un hotel di Maiorca, per salvaguardare i "plasticoni" da mare e l'ambiente

di

Per iniziare a parlare di questa “piaga” sociale servono numeri alla mano: la metà dei turisti inglesi che va in vacanza al mare in Europa, compra un gonfiabile (unicorno, tartaruga, papera, coccodrillo, fetta di pizza) per trastullarsi nelle onde, ma solo il 28 per cento decide di portarselo oltremanica. Vale a dire che il 72 per cento abbandona il plasticone con il quale ha passato una media di 6 ore e 52 minuti in acqua. 
Secondo l’indagine condotta per Hotels.com da OnePool, i gonfiabili sono gli oggetti più “persi” durante una vacanza, secondi solo alla crema solare, seguiti da occhiali da sole, articoli da toeletta e riviste, romanzi, adattatori elettrici e biancheria intima.
Una piaga che, se fosse dispersa in mare, avremmo il Mediterraneo ridotto peggio di quel che è, un po’ più vicino a quell’oceano di plastica che galleggia appena sotto l’acqua del Pacifico e dell’Oceano Indiano. Invece, per fortuna, all’Hipotels Gran Playa de Palma, a Maiorca (l’isola più grande delle Baleari e presa d’assalto, ogni anno, da più di 12 milioni di britannici) hanno deciso di “adottare” questi oggetti lasciati in numero enorme dagli ospiti per evitare un continuo sacrificarsi di plastica, e magari per evitare di foraggiare il consumo di questi dispositivi vacanzieri tornati in auge nelle ultime stagioni. 
Così, qui, i bagnanti potranno riutilizzare i Pink Flamingos, le ciambelle e le palmette comprate da altri, durante la loro vacanza. Il servizio sarà a disposizione degli ospiti in albergo nei prossimi tre mesi.

Fonte: Telegraph.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui