15 dicembre 2017

Nomadismi contemporanei

 
Si inaugurano oggi le personali di due artisti, Jérémy Demester e Bäst, la cui ricerca, tra declinazioni diverse, è informata dalla pratica del nomadismo culturale, nonché della “deterritorializzazione” dei gusti, delle tradizioni, delle stesse idee

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La pratica oggi del nomadismo culturale, nonché della “deterritorializzazione” (per dirla con le parole di Gilles Deleuze), cioè del vagabondaggio dei gusti, delle tradizioni, delle stesse idee, informano buona parte dell’arte contemporanea. E accomunano, tra declinazioni diverse, due artisti di cui si inaugurano oggi le personali.
La prima ci porta nel cuore di Roma, dove Mucciaccia Contemporary presenta Jérémy Demester con un progetto espositivo dal titolo “A Buon Rendere”, a cura di Natacha Carron Vullierme. Nato nel 1988, figlio di gitani, dopo un’infanzia nomade Demester si forma in diverse scuole d’arte applicata fino all’Accademia di Belle Arti di Parigi. La sua mostra odierna, una scultura e sette grandi dipinti, rappresenta l’esito della prima di una serie di residenze d’artista previste dalla galleria romana, inaugurata proprio dal giovane artista francese, rinnovando l’antica e diffusa tradizione della Città Eterna dell’accoglienza. Come sottolinea la curatrice «Jérémy Demester è un uomo che reagisce alla luce, nel duplice significato di essere a proprio modo reattivo a essa, ma anche di saperla utilizzare per esprimere le proprie reazioni. Ciò avviene perché egli viaggia in continuazione: un certo spostamento, o addirittura il nomadismo delle sue origini familiari, è infatti indispensabile ad apprendere e comprendere la luce. Questa, nella sua pittura, non si riceve mai, ma si acquisisce. Jérémy stabilisce il suo atelier volta per volta creando uno spazio che gli appartiene, frutto di un processo narrativo che ha origine dal viaggio che si compie attraverso di lui. Ciò che viene realizzato a ogni tappa è, solo in parte, espressione del sito specifico in cui è stato stabilito l’atelier e si iscrive già all’interno del viaggio che costituisce il progetto artistico».
La seconda personale a cui mi riferisco oggi si inaugurerà nel pomeriggio a Trento, da Cellar Contemporary, con il titolo “Under/Above”. Si tratta della personale di Bäst, pseudonimo di uno degli artisti più discussi della scena underground americana contemporanea. Un artista senza volto, molti lo conoscono solo tramite le sue opere, talvolta dipinte da marionette animate che lui dice di appendere e manovrare dalle travi del suo studio di Brooklyn. Le opere in mostra alla galleria trentina guardano alle pagine di un libro che raccoglie una ricca schiera di tipi umani: maschere che sulle “papier mâchés” mostrano i due lati di una stessa realtà, rappresentando ora il dandy, ora l’outsider, ora l’arricchito, ora il fantoccio, ora l’artista, ora il mostro. Sono i volti della sua città, il suo autoritratto, le facce famigliari che appaiono ogni giorno sui media, a comporre il bislacco vagabondaggio immaginario di un artista molto più complesso di quanto la piacevole composizione delle sue opere possa svelare. Cultura del nomadismo significa, insomma, per Bäst anche una propensione a sperimentare occasioni di contatto fra civiltà, stili di vita, modelli di comportamento, ambienti e contesti fisici e antropici diversi e lontani da quelli familiari. (Cesare Biasini Selvaggi)
 
In alto: Bäst, Untitled (2017),28.5 x 38.5 cm 
In homepage: Jérémy Demester, Assunta madre, 195×130 cm, olio su tela, 2017
INFO
Opening: ore 18.30 (su invito)
Jérémy Demester. A Buon Rendere
dal 16 dicembre 2017 al 20 febbraio 2018
Mucciaccia Contemporary
piazza Borghese 1/A, Roma 
orari: martedì, sabato, 10.30-19.00; domenica e lunedì chiusi
www.mucciacciacontemporary.com
 
Opening: 18.30
BÄST | Under/Above
Dal 16 dicembre 2017 al 28 febbraio 2018
CELLAR CONTEMPORARY
via San Martino 52, Trento 
orari: mercoledì-venerdì, 15.30-19.00; sabato, 11.00-18.30
+39 0461 1481271 – info@cellarcontemporary.com

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