18 dicembre 2017

Finissage Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Opere 1990-2010 Galleria Paola Verrengia, Salerno

 

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È ancora possibile fare pittura? È uno degli interrogativi che anima tuttora il dibattito critico contemporaneo e a cui, già negli anni ’60, alcuni giovani artisti hanno provato a dare una risposta, di rimando alle coeve sperimentazioni concettuali, creando quel filone artistico che prende il nome di Pittura Analitica.
In questi giorni, le opere di due dei più grandi interpreti dei procedimenti analitici sono esposte alla Galleria Paola Verrengia di Salerno nella mostra “Claudio Olivieri |Pino Pinelli opere 1990-2010” a cura di Antonello Tolve. Qui, i lavori della “nuova pittura” si raffrontano nello spazio dividendolo simmetricamente e mostrando al contempo due visioni complementari della stessa ricerca dove l’arte ripensa se stessa attraverso i suoi strumenti, riesaminando il rapporto con la tradizione, con l’idea di quadro e il suo superamento.
Per Pino Pinelli (Catania, 1938) «la pittura è l’arte di prendere la luce» che viene modulata e distribuita nello spazio attraverso un’esplosione di colori primari, geometrie frattali, scaglie di pittura che si presentano a corpo sulla superfice della parete. Lo spazio si riduce mettendo in primo piano, come sotto una lente di ingrandimento, i frammenti di pittura che seguono un tracciato predefinito, mai lo stesso, mai lineare ma che restituisce il movimento sincronico delle parti. Per Pinelli la disseminazione del colore è infatti ritmo, melodia che asseconda le pulsazioni e gli arpeggi della materia. Si tratta di una riscrittura sintattica, in cui la superficie è parte del quadro, lo spazio interagisce con la pittura e diventa partecipe di «una serie di passaggi, allargamenti e restringimenti» degli elementi primari che si mescolano «in una struttura che l’artista costruisce nello (con lo) spazio», scriveva Filiberto Menna.
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Per Claudio Olivieri (Roma, 1934) la pittura è invece «il momento in cui mente e prassi possono verificarsi», «l’affermazione della superficie piana come dato primario della pratica pittorica in quanto punto di avvio per una radicale messa in crisi dello spazio illusionistico tradizionale», ancora nelle parole di Filiberto Menna.Nella personale ricerca del grado zero della pittura, Olivieri si sofferma sull’analisi della struttura e del processo pittorico, rivolgendosi anch’egli a una costruzione aniconica senza mai rinunciare alla superficie che diventa luogo di sospensione, spazio in cui convergono luce e colore annullandosi vicendevolmente nella purezza e nell’essenza della materialità della pittura, il luogo in cui struttura e processo creativo coincidono, dove la parola d’ordine è “oltre”. Oltre il colore, pigmento materico, l’artista cerca un colore mentale, emotivo, assolutamente introspettivo, un soggetto che stimola un vedere senza oggetto.
Ilaria Tamburro
Mostra visitata il 24 novembre
 
Dal 29 ottobre al 15 dicembre 2017
Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Opere 1990-2010
Galleria Paola Verrengia
Via Fieravecchia, 34 – Salerno 
Orari: dal lunedì al venerdì, 16:30-20:30; sabato, 10:30-13, 17-21
Info: info@galleriaverrengia.it
 

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