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Non fate finta di niente, noi sappiamo. Siamo a conoscenza che vedere le persone che cadono, per qualche motivo inspiegabile, vi fa ridere un sacco. Qualcuno si è chiesto il perché ma, a oggi, non c’è nessuna risposta precisa. C’è chi preferisce la soluzione biologica e la butta sui neuroni specchio, che farebbero immedesimare nella caduta o meglio nell’evento catartico dovuto al fatto che non siamo noi a cadere, mentre per Henri Bergson ridere delle disgrazie altrui era una questione di mantenimento dell’ordine sociale. Di fatto, le cadute fanno ridere anche se non ne conosciamo la ragione precisa e fanno ridere anche in differita. I video spopolano da anni, ancora prima dell’avvento delle piattaforme online, dove le fail compilation continuano a rimanere nella classifica dei contenuti più visti. A questo punto, ci chiediamo se possa esser lecito parlare di un’estetica della caduta, che comprende non solo le impensabili contorsioni delle membra umane sottoposte alla prova delle più svariate leggi fisiche, ma anche quelle specifiche riprese a circuito chiuso, mosse, prese di sfuggita, sgranate, in Lo-Fi. A prescindere da queste considerazioni, l’arte è comunque coinvolta, volente o, molto più spesso, come dimostrano molti degli episodi che vi ricordiamo di seguito, nolente.
La zucca di Yayoi Kusama, all’Hirshhorn di Washington
Il Sarcofago conservato al Prittlewell Priory Museum di Southend, nell’Essex
Il quadro di Adolf Hitler esposto a Salò, al Museo della Follia
Nove metri di pozzanghere, di Pino Pascali, conservata alla Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto
Il Sarcofago conservato al Prittlewell Priory Museum di Southend, nell’Essex
Il quadro di Adolf Hitler esposto a Salò, al Museo della Follia
Nove metri di pozzanghere, di Pino Pascali, conservata alla Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto
La Fontana di Trevi tinta di rosso da Graziano Cecchini
The Morning Walk, 1785, di Thomas Gainsborough, alla National Gallery di Londra